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Più sicurezza e controlli

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ALTO VASTESE - Il recente incredibile episodio di Francavilla al Mare, l'assurdo omicidio di un giovane rimasto ucciso, per una tragica fatalità, da un proiettile esploso da un fucile da caccia, ha rilanciato il tema della sicurezza e degli incidenti nel mondo venatorio. ''Stiamo attenti a non considerare questo tragico fatto come un incidente di caccia, altrimenti si fa cattiva informazione'', precisa uno dei tanti cacciatori dell'Alto Vastese. In base alle ricostruzioni dei Carabinieri, il proiettile che ha attinto l'uomo, una palla ''slug'' calibro 12 utilizzata in prevalenza per la caccia al cinghiale, sarebbe stato esploso da un fucile ad anima liscia. In effetti considerare questo allucinante episodio come un incidente di caccia non è affatto possibile, poiché il colpo è partito, è vero, da un fucile da caccia, ma in pieno centro abitato, dalla finestra di un appartamento di Francavilla, dunque in un contesto che nulla ha a che vedere con l'attività venatoria. Tuttavia questo incredibile fatto di sangue rilancia il tema della sicurezza e qualcuno, tra gli addetti ai lavori, solleva il problema della facilità con cui vengono concesse le licenze di caccia e il porto d'armi. ''Per il rilascio del porto d'ami ad uso caccia, - spiega un esperto cacciatore dell'Alto Vastese - si richiede o un attestato di avvenuta pratica con le armi rilasciato da un poligono di tiro, oppure il congedo militare illimitato, presumendo quindi che aver svolto il servizio militare significhi avere una certa dimestichezza con le armi''. Una presunzione, quest'ultima, in effetti poco fondata, poiché spesso il servizio militare viene, o meglio veniva svolto senza prendere mai in mano un fucile e comunque anche l'aver maneggiato un'arma da fuoco per qualche giorno non può essere sufficiente a trasmettere una padronanza nell'utilizzo delle armi. Insomma regole più stringenti per il rilascio del porto d'armi sarebbero auspicabili, questo sostengono alcuni cacciatori, e anche più serietà nel rilascio delle licenze di caccia, perché spesso gli esami di abilitazione all'esercizio venatorio si risolvono in poco più che una farsa. Parallelamente potrebbero essere messi in atto dei controlli periodici per accertare la corretta detenzione, in sicurezza, delle armi e delle cartucce, ma anche più approfonditi esami medici e tossicologici per i titolari di porto d'armi. Francesco Bottone
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