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Se il teatro alimenta la polemica

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Ha fatto tappa nell'Alto Vastese la manifestazione teatrale itinerante ''ProSatira'', a cura dell'assessorato alla cultura della provincia di Chieti, con la messa in scena dell'opera di Aristofane ''Lisistrata - colei che scioglie gli eserciti'', per la regia e il riadattamento di Milo Vallone. Una rappresentazione teatrale che non ha mancato di suscitare qualche polemica in paese, per via del contenuto della commedia, considerato, da qualcuno, un po' troppo ''volgare''. Come è noto si tratta di una tra le più antiche commedie satiriche giunte fino ai giorni nostri, i cui temi più espliciti sono il sesso, con il celebre ''sciopero sessuale'' delle donne, e la politica, in particolare l'emarginazione femminile e la guerra. Aristofane narra che l'ateniese Lisistrata, per mettere fine alla lunga guerra del Peloponneso , convince tutte le donne elleniche a uno sciopero del sesso, un ricatto per costringere gli uomini a deporre le armi. La libertà di linguaggio di Aristofane, resero quest'opera scabrosa persino agli occhi della critica antica. E anche a Schiavi di Abruzzo qualcuno si è scandalizzato per le battute colorite degli attori, anche perché tra il pubblico erano presenti molti bambini. Si può discutere, se si vuole, sull'opportunità di mettere in scena proprio Lisistrata, ma partecipare spontaneamente ad una rappresentazione teatrale per poi scandalizzarsi del suo contenuto, appare poco intelligente. Chi decide di andare a vedere la Lisistrata di Aristofane, portando con sé anche i bambini, sa, o meglio, dovrebbe sapere, che sta per assistere ad una delle commedie satiriche tra le più triviali dell'antichità. Gli animi sensibili, inclini a scandalizzarsi, avrebbero potuto rimanere a casa, insieme ai propri bambini. Oppure, resisi conto della trivialità dello spettacolo, avrebbero potuto alzarsi e andare via, invece di rimanere fino alla fine per poi scandalizzarsi. Resta il fatto che non è la prima volta che a Schiavi di Abruzzo vengono ospitate rappresentazioni teatrali licenziose, evidentemente per scelta di qualcuno, ma questa è un'altra questione.
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