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Donato Cilli, il primo fotografo di San Salvo

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Una delle cose più preziose al mondo che la vita dona è il tempo. La fotografia è lo strumento visivo in grado di creare un fermo immagine di un micro istante del tempo che passa sempre troppo fugacemente.

A San Salvo il primo studio fotografico in assoluto in grado di realizzare un materiale tangibile per fermare il tempo e di darne testimonianza, è stato quello di Donato Cilli.

Ma chi era quest’uomo e come è arrivato a svolgere questo lavoro?

Donato Cilli è nato il 23 settembre del 1915 a San Salvo. Da ragazzo aveva intrapreso il lavoro del calzolaio. Per passione e con il semplice orecchio aveva imparato a suonare la fisarmonica e la chitarra. Durante la seconda guerra mondiale era stato fatto prigioniero e portato in Russia. Per sopravvivere lui e i suoi compagni, scavavano sotto la neve per cercare delle radici per riempire lo stomaco.

Finita la guerra tornò nella sua città natia e qui, nel 1949, si convertì dal cattolicesimo al Protestantesimo e con il Pastore Sciclone ed alcune famiglie di San Salvo fondarono la Chiesa Evangelica Valdese.  Sciclone, un pastore siciliano valdese, in quel periodo girava per le case di San Salvo e dei paesi limitrofi, faceva riunire un po’ di gente e annunciava la parola. Un giorno fu invitato in una di queste riunioni e rimase affascinato dalla lettura della sacra scrittura e di come questa venisse applicata alla lettera dai valdesi. Lo colpì anche la comunione e la convivialità con cui vivevano questa fede. Una delle tante cose che l’aveva allontanato dal cattolicesimo era il “devozionismo” alle statue dei santi spesso riempite di collane e oggetti in oro posti dai fedeli. Questa conversione non fu affatto indolore. I compaesani cattolici dell’epoca, compreso il sacerdote, additarono coloro che si erano convertiti e mandavano anche i carabinieri durante le loro riunioni.  

Durante un’agape con le comunità valdesi del circondario conobbe la donna della sua vita Linda Tornese, una bellissima ragazza di Lentella convertitasi a questa religione nel 1947. Era figlia di mugnaio ed era abituata a lavorare e a curare anche gli aspetti amministrativi e con il pubblico dell’attività di famiglia. I genitori l’avevano mandata a studiare a Vasto e qui aveva avuto modo di conoscere Santulli, anche lui valdese, fotografo di origini fiorentine che qui si era sposato. Linda ebbe così modo di innamorarsi della fotografia e quando ha conosciuto Donato ha trasmesso anche a lui questa passione.

E così subito dopo il matrimonio (avvenuto nel 1951) aprirono il primo studio fotografico di San Salvo che gestivano insieme e o separatamente a seconda delle necessità. Se avevano due matrimoni in due luoghi diversi, uno andava in un posto e uno in un altro. Linda aveva in più compito dei ritocchi e dei colori, lavoro che spesso svolgeva di notte. Donato e sua moglie vivevano questo lavoro non solo come qualcosa che dava da vivere a loro e ai due figli (Ruben e Stella) ma anche come un servizio che prestavano alla comunità. Continuamente bussavano alla porta, non c’erano orari. Molte sansalvesi vedevano Linda come una donna con cui potersi confidare perché sapevano che era molto discreta. Il venerdì, per andare incontro agli abitanti del circondario, anziché costringerli a farli venire qui, facevano il giro dei paesi. In quel periodo ad avere la macchina c’erano solo loro e il dottore del paese. Se sapevano che qualcuno non si poteva permettere di pagare, regalavano loro le foto commissionate. Siccome a Donato dispiaceva che i suoi compaesani dovevano prendere l’autobus per andare a Vasto e comprare cose che a San Salvo non c’erano, nello studio fotografico oltre a macchinette e materiali fotografici, vendeva anche altre merci. Allo studio fotografico si era così associato anche un piccolo bazar. Sul finire degli anni ’70, i tempi cambiarono e anche con il supporto del figlio Ruben che si appassionò anche lui alla fotografia, lo studio ricominciò a essere solo “fotografia”.

Donato era un uomo integerrimo, non amava l’esteriorità e se c’era e/o vedeva qualcosa di sbagliato non si poneva scrupoli nel dirla. Entrambi i coniugi sono sempre state delle persone molto vitali anche nella vecchiaia. Linda era una donna molto intelligente e tra le varie passioni coltivava la poesia, il canto e il teatro. Sono stati tra i principali sostenitori dell’Università delle Tre Età qui a San Salvo. I due coniugi vivevano la fede nella chiesa valdese con grande ardore. La sacra scrittura è sempre stata una loro costante e fedele compagna. Sentivano costantemente la necessità di annunciare la parola.

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