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Caso ''Il Centro''-Costantini, la nota dell'Ordine dei giornalisti

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In relazione alla polemica sollevata dall'onorevole Carlo Costantini nei confronti del quotidiano ''Il Centro'' il presidente e il segretario dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta e Sergio D'Agostino, hanno diffuso la seguente dichiarazione. ''L'ufficio stampa dell'onorevole Carlo Costantini ha diffuso nella giornata di domenica nelle redazioni di quotidiani, televisioni e agenzie di stampa un comunicato in cui si annunciava l'indizione per questa mattina di una conferenza stampa «per annunciare iniziative dell'Italia dei Valori a difesa del diritto dei cittadini di Pescara alla correttezza dell'informazione della carta stampata». L'iniziativa, sempre secondo il citato ufficio stampa, sarebbe stata decisa «dopo il titolo di apertura della prima pagina de ''Il Centro'' di oggi (domenica, ndr) ''La sfida di Costantini: patto con il Polo''». Nello stesso comunicato, l'ufficio stampa dell'onorevole avvertiva poi che oltre «alle iniziative che saranno immediatamente assunte in ogni sede, saranno rivelati altri gravissimi episodi ed i retroscena relativi ai singolari rapporti intrattenuti in questi anni tra giornalisti della pagina locale del medesimo quotidiano e l'ufficio stampa del sindaco di Pescara». Questa mattina il quotidiano ''Il Centro'' ha pubblicato una rettifica, ammettendo di aver forzato un titolo per ''eccesso di sintesi giornalistica'', e l'onorevole Costantini ha revocato la sua annunciata conferenza stampa. Episodio chiuso sembrerebbe. E invece no. No, perché se l'oggetto della presa di posizione dell'onorevole Costantini fosse stato ottenere la rettifica di un titolo infelice, come poi lo stesso quotidiano ha ammesso e fatto, non dubitiamo che un parlamentare della Repubblica (che si presuppone conosca l'ordinamento dello Stato) avrebbe richiesto a termini di legge quanto in suo diritto. E ottenuto dal quotidiano quanto dovuto. No. Perché non si può indire a cuor leggero una conferenza stampa minacciando rivelazioni esplosive, che chiamano in causa - perché di questo si tratta - l'onorabilità di un quotidiano e dei suoi giornalisti e quella di un Ufficio stampa dove hanno lavorato e lavorano altri giornalisti, ignari del meccanismo pericoloso che si sta mettendo in moto. Non si può dire - e sono parole ancora del citato comunicato stampa - che si intravvedono perfino ''pericoli per la democrazia'' e poi fare dietrofront. Non si può gettare la pietra e ritirare la mano, per vedere di nascosto l'effetto che fa. E' perfino inaudito che un deputato della Repubblica faccia intendere di possedere dossier contro giornali e giornalisti e per questo convochi una conferenza stampa e poi li riponga nel cassetto, magari in attesa di tirarli fuori al momento giusto. Quando torneranno comodi. O utili. L'informazione libera e corretta, non condizionata dagli assetti di potere - chiunque li rivesta o li occupi - è un bene costituzionalmente garantito, e dunque non nella disponibilità di singoli attori interessati. Su quel bene, ed in particolare sull'onorabilità dei giornalisti, il loro rispetto della deontologia professionale, l'Ordine dei giornalisti esercita funzioni di vigilanza attribuite dalla legge. Crediamo che l'onorevole Costantini debba fornire al più presto chiarimenti su quanto accaduto, dire quel che sa, esibire quel che ha. Crediamo debba farlo, soprattutto se dice di avere a cuore il diritto dei cittadini di essere informati''.
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