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Ripopolamento lepri Alto Vastese.

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ALTO VASTESE - Si è svolto regolarmente, nella giornata di mercoledì, il ripopolamento di lepri (lepus europaeus) all'interno dell'ambito territoriale di caccia del Vastese. Volontari dell'ATC, unitamente ai cacciatori dei vari centri, hanno rilasciato nell'ambiente ben 484 capi di selvaggina che andranno a rappresentare una consistente riserva per la stagione venatoria 2006/2007. Il principio di assegnazione dei capi è stato quello dell'estensione territoriale dei vari comuni interessati, così, indipendentemente dal numero di cacciatori residenti, i territori più vasti hanno avuto un maggior numero di immissioni di selvatici. Per quanto riguarda l'Alto Vastese si è proceduto al rilascio totale di 70 esemplari di lepre europea così ripartiti: Castelguidone n. 6 capi; Schiavi di Abruzzo n. 20 capi; Castiglione Messer Marino n. 14 capi; Celenza sul Trigno n. 10 capi; Fraine n. 6 capi; San Giovanni Lipioni n. 4 capi; Torrebruna n. 10 capi. Le lepri, splendidi esemplari provenienti da allevamenti ungheresi, avranno a disposizione molti mesi per ambientarsi nel territorio, fino alla riapertura della caccia nel settembre prossimo. Da segnalare che a Schiavi di Abruzzo si è registrato il decesso di uno dei selvatici da rilasciare in natura, ma per fortuna si è trattato di un caso isolato. Insomma, dopo le polemiche dei giorni scorsi in merito al cambio della presidenza dell'ATC, il ripopolamento di lepri si è svolto con regolarità, anche se qualche velata protesta si è avuta negli ultimi paesi interessati al rilascio di selvaggina. I mezzi che trasportavano le lepri, dopo aver toccato gli altri paesi, sono arrivati infatti a Castelguidone e a Schiavi di Abruzzo nella tarda serata, quando era ormai buio. Il calare dell'oscurità sembra non essere la situazione ideale per il rilascio delle lepri poiché esse, a quell'ora, non cercano subito un nascondiglio come farebbero di giorno, ma si mettono immediatamente in cerca di cibo, aggirandosi quindi su un territorio nuovo e inesplorato che le rende particolarmente vulnerabili agli agguati delle numerose volpi.
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