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RECUPERO CENTRO STORICO DI SAN SALVO

Gabriele Bonifacio in risposta a Giovanni Artese

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LA BELLEZZA. Riguardo all’articolo del prof. Giovanni Artese sul Piano di Recupero del Centro Storico di San Salvo ho apprezzato l’oggettività con la quale vengono analizzati sia gli obiettivi che erano alla base della redazione del Piano sia le cause del suo fallimento. L’analisi parte da dati concreti e si completa con fatti oggettivamente riscontrabili e documentabili. Non mi interessa dare un giudizio in merito alla bontà delle tesi di fallimento del Piano addotte dal prof. Artese, né voglio analizzare le cause e gli effetti della sua applicazione (per inciso ritengo però che le variabili in gioco sono tante che a volte anche i buoni propositi possono alla fine scontrarsi con una realtà non controllabile che va da tutt’altra parte). Voglio qui brevemente riflettere sui giudizi che il prof Artese esprime su alcuni interventi realizzati all’interno del Centro Storico e non mi interessa entrare nello specifico, voglio solo far osservare che, in generale, il giudizio estetico non può mai essere oggettivo. Quando il prof. Artese denuncia la bruttezza della nuova Porta della Terra, della ringhiera in ferro dei muraglioni di via Fontana, Fontana Vecchia e di corso Umberto I, della ristrutturazione dell’esterno del Palazzo Comunale, del sottopassaggio di collegamento tra piazza S. Vitale e il muraglione di via Fontana Vecchia, dell’edificio, destinato a rimessa comunale e parcheggio di via Orientale, dimentica di dire che questo giudizio è suo, è personale, è legittimo ma … soggettivo: il giudizio oggettivo appartiene invece a tutti. Platone osserva che non può esistere l'idea del bello in sé cui ogni cosa va rapportata per poter dire che è bella. Questo concetto di bellezza è autoritario: una volta applicato, esso produce solo una bellezza conformista, uniforme, omologata. Per Kant il bello non è qualcosa di oggettivo ma l'incontro tra lo spirituale ed il materiale attraverso la mediazione della nostra mente; è sempre il soggetto alla base di tutto: ”E’ bello ciò che piace”. Nel corso della storia i canoni che hanno definito il ”bello” o il ”brutto” sono cambiati innumerevoli volte: bello è ciò che è conforme alla natura, bello è ciò che è funzionale, bello è ciò che è vero, bello è ciò che è classico, bello è ciò che è moderno, bello è ciò che tecnico, bello è ciò che è lussuoso, bello è ciò che è semplice, … Si pensi al Centro Pompidou (Beaubourg) a Parigi, potremmo definirlo ”bello” senza far riferimento alle sue peculiarità tecniche, strutturali e funzionali ? Il Guernica di Picasso, potremmo vantarne la bellezza senza far riferimento al significato simbolico, storico e sociale che esso esprime ? La bellezza è un concetto relativo influenzato inevitabilmente dalla conoscenza, dall’esperienza, dalla sensibilità, dalla spiritualità, dalla memoria che ognuno possiede; è un fatto soggettivo che si basa su una serie di elementi culturali e soprattutto psicologici ai quali non possiamo sfuggire e che condizionano in maniera inconsapevole (ma neanche poi tanto) il nostro giudizio. Il prof. Remo Bodei scrive della bellezza come di un qualcosa che ”continua a sorprendere e a rinnovarsi, sfuggendo a qualsiasi definizione univoca e conclusiva” … ” i giudizi attorno al bello ed al brutto poggiano su criteri labili e mutevoli”. Lascio sicuramente al prof. Giovanni Artese la possibilità di chiamare brutte (a suo parere) tutte le opere realizzate all’interno del Centro Storico di San Salvo ma mi arrogo il diritto di difenderle non in virtù del fatto che io stesso le possa o no reputare soggettivamente belle ma per la libertà che ciascuno ha di definire e classificare il ”bello” ed il ”brutto”. Infine sarebbe interessante se il prof. Artese ci facesse conoscere quella ”ventina di edifici che si sono salvati dalla degenerazione estetica del centro storico”, non necessariamente per metterli a paragone con le ”bruttezze” degli altri interventi ma per apprezzarne, sempre soggettivamente, la loro bellezza e farne tesoro. arch. Gabriele Bonifacio (co-progettista della ristrutturazione delle facciate del Palazzo Comunale di San Salvo)
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