Oggi la chiesa celebra il giorno nel quale il Signore Gesù Cristo inviò lo Spirito Santo sulla Terra.
Per gli Ebrei, molto prima di Gesù, la festa era inizialmente denominata “festa della mietitura” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano. Era un giorno nel quale il popolo esprimeva la propria gioia e ringraziava Dio per tutti i raccolti. Poi questa festa è diventata la festa dell’alleanza stretta da Dio con il suo popolo mediante il dono della legge sul Sinai.
Gesù mantiene fede alla sua promessa. «Il Paràclito, ... lo Spirito della verità che procede dal Padre; egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.…Vi guiderà a tutta la verità». (dal Vangelo di Giovanni).
L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato negli Atti degli Apostoli. Gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel “Cenacolo”. Come da tradizione, Gerusalemme era gremita di gente in quanto meta di pellegrinaggio per la festa della Pentecoste. «Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi».
Papa Francesco, con il suo esempio, invita tutti a ritornare al “cenacolo” per fare esperienza di una nuova intimità con il Signore.
Elena Guerra, la beata "apostola dello Spirito Santo" così scriveva a Papa Leone XIII:
«... Oh, se il Veni, (riferendosi al "Veni, Sancte Spiritus") quel benedetto Veni, che dal Cenacolo in poi la S. Chiesa non ha mai cessato di ripetere, divenisse così popolare come l'Ave...».