Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

'19 marzo 1983 – 2013: viva il Papa!', la riflessione di Domenico Di Stefano

Condividi su:

Il 19 marzo 2013 ricorrono trent’anni dalla visita di Giovanni Paolo II alla nostra città di San Salvo; il 19 marzo 2013 si celebra l’inizio ufficiale del pontificato di Papa Francesco. I due eventi si tengono per mano nella continuità della Fede, della Chiesa, nella rinnovata convinzione che il Vangelo non è mai avulso dalla vita e dalla storia. Il Papa dei Giovani e dei Lavoratori e il Papa dei Poveri, che molto spesso, oggi, sono i giovani e i senza lavoro. Tutto nella centralità di Cristo, già giovane, già lavoratore e soprattutto tratto distintivo necessario ed inalienabile per ribadire che il cristianesimo non è una “ong pietosa” ma è un Volto, è l’incontro concreto con una Persona, con la sua Croce e con la sua Resurrezione. Nel mentre il mio cuore esulta commosso e partecipe per l’elezione di Papa Francesco non posso esimermi da riavvolgere il nastro della memoria e tornare a quel giorno di trenta anni fa con Giovanni Paolo II, denunciando ancora oggi lo stesso cuore commosso e partecipe. Nei giorni scorsi l’Amministrazione Comunale di San Salvo  ha dato vita ad una serie di eventi per ricordare la visita di GPII, eventi degni di note, anche per la qualità dei relatori. Io ho partecipato ad alcuni di questi e, addirittura, mi hanno coinvolto per la consegna di una targa ad una bravissima musicista! Ringrazio gli organizzatori ma, non nascondo, che avrei preferito dare il mio modesto contributo se solo fossi stato coinvolto anche a priori, quanto meno come persona… “informata dei fatti”, nel senso di dare un contributo di idee e una testimonianza diretta di quella giornata indimenticabile che fu una pagina storica per San Salvo, le sue parrocchie e la Diocesi di Chieti-Vasto che fu, ed è, la titolare più consona (con tutto il rispetto per la ProLoco...) di questa vicenda ecclesiale e sociale.

Ecco, nella bella tre giorni che abbiamo celebrato la dimensione della Chiesa Locale poteva essere un momento straordinario per la città, per il territorio e per tutta la provincia di Chieti e oltre, soprattutto intorno ad un grande Pastore come il nostro carissimo Arcivescovo Mons. Bruno Forte la cui parola è certamente più diretta, toccante e decisiva dal vivo piuttosto che filtrata in qualche minuto di video intervista. Mi rendo conto che per questi grandi scenari ci vuole una tempestiva e oleata macchina organizzativa. Chiaro che un evento siffatto non avrebbe perso nemmeno il senso di Chiesa Regionale e avrebbe avuto la giusta eco anche nel  panorama nazionale. Bisogna avere e fare umilmente esperienza, lo dico serenamente, sarà per il quarantennale, diciamo così! E poi, aggiungo ancora alcune idee che avrei caldeggiato: si poteva fare un annullo filatelico per l’occasione (manifestazione che muove migliaia di appassionati di tutta Italia), si potevano invitare i ristoranti della città a preparare un menù specifico a prezzo fisso dedicato a GPII e destinare una parte del ricavato alla mensa dei poveri diocesana (così da richiamare il pranzo alla mensa aziendale), si potevano coinvolgere gli alunni delle scuole per un concorso libero e variegato che avrebbe fruttato premi in libri e in visite guidate, si potevano invitare le due grandi aziende ad istituire per il 19 marzo di ogni anno la giornata delle famiglie e della solidarietà aprendo i cancelli, soprattutto ai bambini, per avvicinare un mondo del lavoro che fa paura con chi ha paura che non ci sia più lavoro, si poteva come Amministrazione Comunale istituire un riconoscimento ai sansalvesi, residenti e nel mondo, che si sono distinti e qualificati nel mondo del lavoro dando lustro a loro stessi e alla nostra comunità, e farlo a seguito di un grande convegno nazionale su temi specifici, si potevano coinvolgere tutte e tre le parrocchie, ma con un cammino pregresso, per un grande momento di spiritualità cittadina, oltre ogni barriera giuridica e di confine, si potevano fare tante altre cose ma…credo, e spero, che il verbo possa declinarsi nel  tempo futuro e diventare SI POTRANNO FARE, a prescindere!

E a prescindere vorrei raccontare, brevemente, il mio ricordo di quel giorno. Tutti noi bambini e ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Nicola fummo messi “a lavoro” da don Piero (oggi Vescovo dei Marsi, che ho apprezzato tanto per il contenuto della video testimonianza sulla visita di GPII) e per circa due mesi preparammo, spiritualmente e concretamente, la venuta del Papa. A noi, e a me tra tanti, fu assegnato il compito di scrivere una frase per un grande striscione. Partorimmo questa frase: “TI FACCIAMO FESTA PERCHE’ CI RICORDI CHE CRISTO E’ L’UNICA GRANDE FESTA DELLA NOSTRA VITA”. Per noi bambini era chiaro il luogo del lavoro dove si sarebbe svolto l’incontro ma era altrettanto chiaro che era la “Festa del lavoro” e dunque ci piacque sottolineare che dentro la Festa non poteva che esserci Gesù Cristo e di conseguenza il Vicario di Cristo sulla Terra. Ovviamente stendemmo la stoffa, disegnammo e tagliammo le lettere, una per una, le incollammo, prima ancora che sullo striscione nel nostro cuore, mettemmo le aste ai lati e tirammo su questo nostro saluto al Papa. Alle cinque del mattino partimmo in migliaia da piazza San Nicola, con vari striscioni (c’era quello del gruppo Giovani che recitava semplicemente “Solidarnosc”, c’era quello degli Adulti, dei Lavoratori ecc..). e c’era il nostro, quello dei più piccoli (io avevo dodici anni, ndr) che dopo l’incontro con il Papa rimase affisso alle pareti del vecchio salone parrocchiale fino a qualche anno fa (bisognerebbe ritirarlo fuori per i 40 della parrocchia, a buon intenditor…). In quel grande cammino di ragazzi e giovani a me piace vedere i prodromi delle Giornate Mondiali della Gioventù che sarebbero nate tre anni dopo e che avrebbero visto come prima tappa fuori Roma la città di Buenos Aires! Già, proprio l’Argentina di Papa Francesco: vedete come il filo dell’aquilone della Grazia parla lo stesso linguaggio e vola lo stesso Cielo? Il 19 marzo 1983 fummo benedetti dal sole e dalle parole del Papa, la città di San Salvo ha ricevuto un onore spirituale e storico irripetibili, unici, indimenticabili.

Le parole del Santo Padre, profonde ed attuali, risuonano ancora nell’anima di quanti ne goderono con il timbro unico e inconfondibile della Sua voce e di quanti, attraverso i racconti, prendono visione e coscienza di quello che è stato. Raccontare per raccontarsi, per continuare a scrivere la storia di una città che troppo spesso pare non avere memoria, pare ingenerosa con tanti suoi figli che si prodigarono per la crescita e lo sviluppo materiale e soprattutto culturale ed umano di un’intera comunità. Quel giorno mi trovai a pochi metri dal Papa, ma non riuscii nemmeno a sfiorarlo. Il dono di parlare e di guardare negli occhi il Santo mi è stato concesso da Dio nel 1995 e poi nel 2003. Ma di questo, semmai, diremo un’altra volta. Adesso intoniamo un coro che possa arrivare a Papa Francesco così come arrivò a Papa Woityla, e con la voce fiera e ancora intrisa di emozione unica gridiamo tutti: VIVA IL PAPA!!!

Condividi su:

Seguici su Facebook