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Nottambula e gli 'appunti notturni' di Domenico Di Stefano

Il capogruppo di Ssd analizza la manifestazione del 17 agosto

a cura della redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Premetto che quando si accenna alla “notte bianca” io rivivo (e ancora vivo!!!) l'incubo delle numerosissime notti bianche e insonni per le mie figlie, incubi che hanno vissuto, vivono (e vivranno) tanti genitori: occhi semichiusi (o semiaperti, fate voi...), occhiaie come buste dell'IKEA, nessuna “coyotina” ma molto “rincoyonimento”. Detto questo, vorrei dare il mio piccolo contributo all'interessante dibattito scatenatosi su FB e sui siti locali sulla “Nottambula 2013” di San Salvo. La cosiddetta “Notte Bianca” nasce a Berlino nel 1997 con l'obiettivo dichiarato di valorizzare i Monumenti e i Musei e, soprattutto, di permettere a tutti gli esercizi commerciali un'apertura straordinaria e fruttuosa. Parigi fa sua l'idea cinque anni dopo (2002) e Roma nel 2003 tiene a battesimo la prima notte bianca in Italia, il Sindaco era Walter Veltroni. Da dieci anni imperversa nel nostro Paese la “cultura” della Notte Bianca e di tutta un'altra serie di colori secondo i pennelli e le prospettive. L'idea di fondo, valorizzare i siti culturali e incentivare il commercio, si arricchisce inevitabilmente di spettacoli e di varie forme d'intrattenimento che accompagnano il “nottambulo” fino all'alba del nuovo giorno. Nelle grandi città e nei luoghi di avanguardia turistica e culturale le notti bianche continuano ad essere questo: cultura, spettacolo e soprattutto affari commerciali. In questi anni, a torto o ragione, ognuno ha preteso la sua notte bianca: metropoli, città, cittadine, paesi, villaggi, borghi, quartieri, condomini, fattorie, cortili e pianerottoli. Classico esempio di contagio mediatico che, bene o male, rende un prodotto di originale eccellenza in una multiforme e abusata copia e brutta copia, magari non considerando che Berlino, Parigi, Roma valgono da sole decine e decine di notti bianche con o senza stelle. Ma la notte cala ovunque e allora è giusto “conquistarla”. Lo dico con chiarezza: a me la notte bianca (Nottambula) di San Salvo non dispiace affatto e anche se, altrettanto chiaramente, la percepisco lontana dai miei gusti e dalla mia sensibilità culturale, la vivo serenamente, con curiosità, nel senso che nulla toglie alla mia identità e al mio concetto di divertimento. E proprio per questo non mi sento in dovere di esprimere dissenso e critica per coloro che la ritengono, bontà loro!, “l'evento clou dell'estate”...!

Era giusto scuotere il centro cittadino con iniziative giovanili, io, tra l'altro, ero l'unico candidato sindaco che nel proprio programma elettorale usava letteralmente il concetto di “movida”. Prima non c'era niente? Sbagliato! Lungi l'autoreferenzialità ma qualcuno dovrà pur ricordare che quando ero assessore alla cultura (di cui qualche volta dirò nel dettaglio, soprattutto a quelli che hanno la memoria sbiadita...) fui tra gli artefici di decine di eventi giovanili, dal concerto di Guliano Palma e The Bluebeaters in piazza San Vitale al quale parteciparono migliaia e migliaia di ragazzi venuti da ogni dove, al punto che il mattino successivo la questura ci ammonì di non ripetere più una cosa del genere in centro per “problemi di ordine pubblico” e fummo, nostro malgrado, costretti a dirottare alla marina Roy Paci e Aretuska, ai grandiosi concerti di Cammini Europei e alle numerose manifestazioni giovanili sparse per la città. Chi nega questo è un disonesto intellettuale a tutto tondo! Così come sarebbe riduttivo e disonesto perimetrare tutta la condizione giovanile nella notte bianca! Comunque, se io fossi stato sindaco, avrei dato certamente l'ok per la notte bianca, ma ne avrei suggerito anche altre idee e altre contaminazioni.

Per tornare a Nottambula 2013 esprimo alcune considerazioni e, gratis, alcuni consigli per l'anno venturo. Andiamo per ordine. Considerato mestamente che la “nostra notte bianca”, pur congegnata bene e con molte presenze non è appetibile come le “notti bianche” di città storiche ed artistiche che da sole fanno notizia e dunque non è mediaticamente interessante, nel senso che oltre i siti locali non buca altrove, come possiamo creare nella nostra città un evento unico e ancor più un marchio per il quale i turisti, i giornalisti, i grandi media si sentano invogliati a venire a San Salvo e riconoscano San Salvo proprio per quell'evento? Insomma, se ci sono in Italia diecimila notti bianche, al netto di Roma, Firenze e altre metropoli è chiaro che di fronte al mondo soccombe la bellissima notte bianca di San Salvo! Ma, forse, proprio perché siamo “piccoli” dobbiamo fare in modo di ottenere il massimo per tutti e accontentare tutti. Siamo convinti di avere raggiunto già il massimo? Immagino, e passo ai consigli gratuiti, una Nottambula 2014 che, oltre a conservare il modello base di discoteca all'aperto, con consueto (...) corollario di arrosticini, salsiccia e birra, possa scommettere su programmi speciali per tutte le età a cominciare dai bambini (quest'anno va un grazie alla splendida intuizione di Peppa Pig di Gabriella Bruno); su programmi per chi ama la lettura e i libri; su suggestioni per chi ama la musica classica.

È utopico, per esempio, immaginare di chiudere tutti al mare per un megaconcerto di musica classica con una grande orchestra, sulla spiaggia all'alba, mentre gli stabilimenti balneari preparano la colazione a tutti? E per chi ama il cinema lo troviamo uno spazio? E lo sport? E il teatro? Tutto, ripeto, conservando quello che già c'è e che funziona, almeno agli occhi degli organizzatori e del numeroso pubblico che, però, viene sfidato anche su altri terreni, altre contaminazioni, appunto! Ma, e qui arrivo ad un tema fondamentale che sta alla base delle notti bianche nel mondo: cosa si può fare per tenere negozi ed attività aperte? Lo slogan che potrebbe funzionare è quello adottato in decine di notti bianche sparse per la penisola: “PIU' FAI TARDI MENO SPENDI!”, che tradotto vuol dire che se quella T-shirt Polo (è solo un esempio...) costa 100 euro la sera della “Nottambula” costa il 30% in meno se l'acquisti alle 2.00, il 40% se fai le 3.00 e magari il 50% se arrivi alle 5.00 del mattino! Il concetto, studiato a tavolino, può valere per tutte le categorie e per tutti i siti commerciali con i dovuti distinguo e le dovute accortezze. I commercianti aderiranno ad un'idea del genere, idea che altrove svuota letteralmente i magazzini? E chi li coordina per detta operazione che, altrove, comincia ad essere pianificata ad ottobre con decine e decine di riunioni tra amministrazione pubblica e rappresentanti di categoria e altri esperti? Dunque, dovrà nascere un comitato registrato ad hoc per “Nottambula 2014”? E ancora, qual' è il volume di costi e di affari che sviluppa una manifestazione come “Nottambula”, al netto dei legittimi guadagni degli organizzatori, dei venditori di arrosticini e birra (come una normale festa patronale) e dell'ingente contributo in soldi e logistiche varie (sicurezza, pulizia, energia elettrica, siae, palchi ecc...) che presta l'Amministrazione Comunale? Questa è la sfida e questa sfida la si vince se chi è chiamato a ruoli pubblici è in grado di mettere in rete per tempo le risorse e le idee dei privati. Se tutta la città si sente coinvolta, anche nei suoi spazi più remoti, è più facile gestire anche le criticità, soprattutto legate a problemi di ordine igienico e sanitario che anche quest'anno hanno lasciato il segno oltre che il tanfo... Comprendo le emozioni di una discoteca all'aperto proprio nelle strade e nelle piazze che siamo abituati a vedere in altra veste, ma rimane sacrosanto il diritto di preservarle il più possibile, e se è vero che si inneggia a più di diecimila presenze è altrettanto indispensabile per l'anno prossimo programmare diverse centinaia di bagni chimici, e non è una baggianata...

Sono certo che l'esperienza affinerà le prossime edizioni di Nottambula, come avviene per tutte le cose, e colgo l'occasione per esprimere il mio plauso sincero agli organizzatori. Rimane comunque per la nostra città una sfida turistica più complessa ed articolata, non risolvibile in una notte e nemmeno in una stagione. Il dibattito, aperto da anni, deve continuare a prescindere dai protagonisti anche perché l'unica vera grande protagonista è la nostra cara città di San Salvo che vogliamo sempre più suadente, qualificata e appetibile. Per ottenere questo c'è, inevitabilmente, bisogno di qualcosa di più, di alzare il tiro, di osare ancora. E di rendere San Salvo riconosciuta e riconoscibile con un semplice schioccare di dita...

Domenico Di Stefano

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