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Marzia, la 'guerriera dell’alta moda', e le sue 'ricamatrici del made in italy'

Le grandi firme della moda in Contrada Stazione

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Se il nome – come dicevano gli antichi – racchiude l’essenza della persona, per Marzia che significa Consacrato e dedicato a Marte, dio della guerra il bersaglio è centrato in pieno.

Marzia Di Tommaso è, nel senso più profondo del significato della parola 'lavoro', quello con la maiuscola, una 'guerriera'. Sulla scia dei suoi genitori, infatti, il 'Lavoro', ha saputo crearlo, custodirlo e difenderlo con la spada dell’impegno diuturno. Aveva appena 19 anni, quando suo padre Umberto e la madre Maria, iniziarono ad affidarle il carico sempre più pesante di una piccola azienda manifatturiera che iniziava ad affermarsi nel difficile campo della moda: lì, dove, ogni giorno bisogna costruire il lavoro di oggi e inventarsi quello di domani.

Marzia, già da studentessa, aiutava i genitori e durante l’estate pur abitando a due passi dal mare 'non lo vedeva'. Subito dopo la maturità conseguita al liceo pedagogico, capisce che, «non poteva non combattere» per quella piccola/grande realtà che iniziava a fiorirle tra le mani. La carriera dell’insegnamento, decisamente non era per lei. Fu Umberto Di Tommaso suo padre che, nel marzo del 1986, stanco di lavorare nell’edilizia investì tutto quel che aveva in questa azienda. Egli - come qualunque piccolo imprenditore - sa e racconta che rischiare il 'tutto per tutto', è come giocare alla roulette russa: si può vivere ancora a lungo o... restarci secchi. Umberto, 'tirò il colpo' alla sua genialità imprenditoriale che lo spinse a rilevare tutte le maestranze tecniche di un’altra Camiceria che chiudeva i battenti a Vasto. In effetti, le macchine si possono comprare in qualsiasi momento, l’arte della cucitrice no.

Per formare una di loro occorre tempo. Lui le prese tutte, consapevole del tesoro della loro esperienza. D’ora in avanti le chiameremo ricamatrici perché esse incarnano il concetto di precisione e accuratezza di chi ricama. Tutte o quasi provengono dai paesini dell’alto-medio Vastese, dove la precisione è di casa. A tutt’oggi, in questi paesi, il ricamo, è un’artigianato che resiste al tempo. Dalle loro abili mani, infatti, nascono cascate di fiori dai colori pastello che si posano su lenzuola bianchissime o 'bianco su bianco', dei capolavori ad uncinetto e dei Guipure degni di una regina e delle tovaglie d’altare. D’altra parte, chiamarle cucitrici o confezionatrici sarebbe veramente riduttivo, come afferma anche la signora Rita Di Giuliano, creatrice di moda, e confezionatrice di abiti su misura di San Salvo.

Marzia inizia dunque, come ricamatrice, e non su una sola macchina, ma su tutte. A distanza di 24 anni e, pur essendo ancora giovanissima, è in grado non solo di usare ogni macchina ma, persino di sbloccare eventuali inceppamenti. Nessun ciclo di lavorazione le è ignoto: la sua mano ricama e risparmia. Osservandola - e conoscendola soprattutto - viene in mente la biblica donna del Libro dei Proverbi (Pr 31, 24-25), che è l’archetipo e il paradigma di tutte le donne imprenditrici.

I ritmi di lavoro impediscono a tutta la famiglia di Marzia: due figli, il padre e il marito che gestisce un’attività commerciale a Celenza sul Trigno, di consumare il pranzo a casa. Essa, però, si ricompone tra le 12 e le 14 in una piccola struttura in legno a fianco del capannone industriale, dove la mamma - la signora Maria, dolce e accogliente - prepara per tutti. A lei il grande merito di aver saputo organizzare un angolo di vita familiare in poco spazio per assicurare il nutrimento e finestre di serena intimità ai suoi cari, ma - come Capitan Umberto - non fa certo mancare il suo contributo all’azienda.

Fino a qualche anno fa, le 'grandi firme' che si rivolgevano alla Confezioni Abbigliamento s.r.l. (www.confezioniabbigliamento.it) inviavano camice già tagliate; Marzia, per essere competitiva, ha acquistato le macchine tagliatrici, le quali, ora procedono speditamente con i soli modelli richiesti dai committenti. Attualmente la sua azienda sta cercando di allargare il mercato con la confezione di completi femminili.
La crisi glocal ha potato anche nell’azienda di Marzia e, le 100 dipendenti di qualche anno fa, sono diventate 60. Nonostante tutto però, ella riesce ad andare avanti con coraggio e senza alcuna intenzione di chiudere. Confessa con commozione che il momento più bello del suo lavoro è quando si sente confermate le commesse e quello più brutto quando si sente dire «posso trovare altre ditte che mi costano meno».

Le 60 ricamatrici di Marzia – ci tiene a precisarlo – sono pagate con un regolare contratto di lavoro e con tutte le garanzie sindacali. Da Via Condotti a Roma, transitando per Rue du Faubourg Saint Honorè, a Parigi dalla Bond Street di Londra, alle strade eleganti del mondo intero, il lavoro suo e quello delle sue ricamatrici brilla nelle vetrine dei vari: Versace, Benetton, Trussardi, Pierre Balmain, Ralph Lauren, Harmont & Blaine, Galliano, Maliparmi ecc.

«Ogni bottone abbia il suo occhiello» dettava 'Mademoiselle Chanel' negli anni dei suoi primi successi e di questa lezione Marzia si è fatta interprete. Tutte le grandi firme, che a lei si rivolgono per la confezione dei loro capi lo esigono ma, le sue ricamatrici, sono state da lei formate alla scuola dell’accuratezza e del finissage: quei piccoli particolari che distinguono un capo firmato da uno più economico. Si, certo, i capitolati lo richiedono, ma se manca qualcosa, un bottone non è fissato a dovere, le impunture non risultano secondo design, la stiratura non è impeccabile, le ordinazioni si bloccano; anzi vanno altrove e spesso per la differenza di pochi centesimi di euro.

La classe non è acqua recita un proverbio e la produzione di Marzia non solo è classe ma è voce attiva e distinta nel club delle grandi marche. Non sono le dispendiose sfilate e le varie Naomi Campbell a creare il fatturato delle maison de haute couture, queste sono solo 'avvenimenti/trampolini di lancio' che devono dimostrare il massimo estro dei grandi designer. L’alta moda, è la vetrina delle capacità tecniche e creative della Casa. La sfida dell’autentico Made in Italy e del fatturato di ogni industria della moda si gioca sul terreno del prêt-à-porter, quei capi che, se non si possono comprare tutti i giorni, neppure mandano in rovina se, una volta li si sceglie. È per questa produzione accurata e di serie che siamo famosi nel mondo. La nostra materia prima non è il petrolio, i minerali preziosi, l’acciaio, altro. Anche se più faticoso e meno remunerativo, noi siamo ricchi di fantasia in tutti i campi. La moda è sempre stata una voce attiva nel bilancio nazionale dei pagamenti, nonostante i falsi abbondano.

Nessun lavoro, s’improvvisa, a maggior ragione quello della sartoria. La migliore creazione di un artista della moda però, crolla se egli non ha un equipe di collaboratori che riescono a interpretare quello che il designer originale chiede.
Queste cose Marzia la guerriera della moda le sa benissimo, ma i suoi problemi non sono solo questi, poiché dietro la confezione e alla rifinitura dei capi vi sono infiniti altri ingranaggi che devono sincronizzarsi.
Vedere all’opera le ricamatrici è incantevole: un abilità e una precisione che non deve rimanere anonima, nè sulla stampa e, tantomeno nel nostro cuore. Dietro il volto di ognuna di loro, compresa l’unica e velocissima segretaria Sara, si vede 'in controluce' la loro storia silenziosa di: ragazze, donne, spose, mamme e quella delle loro famiglie. Donne che – come tutte noi – e come Marzia, hanno sogni e progetti da realizzare, persone che vogliono vedere la luce dopo il buio del tunnel della crisi, che pesa due volte sulle loro spalle. Esse provengono quasi tutte dal medio e alto Vastese e paesi limitrofi: Dogliola, Palmoli, Lentella, Celenza sul Trigno, Monteodorisio, Casalbordino, Vasto e, naturalmente, San Salvo. Anni addietro l’azienda non fermava mai i lavori, da qualche tempo però, capita che si fermi qualche giorno tra febbraio e marzo. Il mese di agosto è chiuso, ma non per ferie: semplicemente perché i committenti sono giustamente in ferie. In caso contrario le ferie delle ricamatrici sarebbero scaglionate e quelle di Marzia non esisterebbero.

Il padre fondatore, il signor Umberto, afferma che, 'i tempi d’oro' appartenevano a prima dell’euro. Non si esprimono giudizi, ma ci s’interroga in silenzio.
L’invito e l’augurio è, alla speranza di un ritorno - sia pur faticoso - al Made in Italy ad alta produzione e, con l’aiuto di Dio, dei governi, del legislatore e della fantasia, si possa uscire dalla crisi al più presto, per tornare a portare nel mondo intero lo splendore delle nostre eccellenze.

Un mondo quasi sconosciuto quello della Confezioni Abbigliamento s.r.l. anche agli abitanti di Contrada Stazione. Agli inizi era nato in un grande locale commerciale del complesso 'Le Nereidi'. Il 'caso' lo ha inserito nel 'triangolo' de l’ecosistema urbano, la Chiesetta e La Storta fumigante/Distilleria Ala e la Vecchia Stazione? No, è un provvidenziale felicissimo incontro storico e sociale tra i primi e gli odierni pionieri: una scuola che continua.

Bon courage Marzia! La fortuna aiuta gli audaci e tu, come tutti i 'guerrieri', lo sei.

 

Nota Bene: le donne Imprenditrici e quanti hanno collaborato a questa iniziativa di conoscenza del loro lavoro e della loro storia, intendono riunirsi a breve per un momento conviviale da loro stesse organizzato: la 'concretezza' del loro essere, donne, madri, spose e sorelle, che si trasforma in cristiana solidarietà.

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