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La scuola dell'infanzia: il sabato!

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La frequenza del sabato alla scuola materna coinvolge una serie di persone con interessi contrastanti che danno luogo a polemiche. Il secondo circolo, nella giornata del 9 ottobre ha interpellato i genitori che hanno fatto richiesta del servizio del sabato dando loro queste due opportunità per la prosecuzione del sabato: fare una sezione ad hoc che funzioni regolarmente dal lunedì al sabato oppure nella giornata del sabato si accorpano i bambini provenienti dalle varie sezioni. Per realizzare la seconda ipotesi bisogna ricomprenderlo in un progetto e le famiglie interessate dovranno versare un contributo di € 71 annui per evitare che venga meno le ore di copresenza delle insegnanti nelle ore di refezione. La decisione verrà presa in base alle risposte dei genitori.    

Tante le persone coinvolte. 

Da un lato ci sono innanzitutto i bambini tra i tre e i cinque anni. Molto probabilmente la maggior parte di loro, dopo aver frequentato la scuola per cinque giorni a settimana per una turnazione di 7/8 ore di 'lavoro', hanno voglia, per il sabato, di starsene a casa con le loro cose e i loro cari. Ci sono anche quei bambini che amano andare alla scuola materna anche di sabato. Poi ci sono i genitori che lavorano e/o che hanno altre particolari esigenze per cui il servizio del sabato è per loro indispensabile.

Dall'altra parte ci sono le docenti, i cui ruoli sono cambiati rispetto al passato. Le insegnanti sono chiamate a svolgere un ruolo molto importante: da una parte introdurre questi bambini al mondo esterno e dall’altro a fornire loro delle determinate conoscenze didattiche. Effettuano il loro servizio in classi che arrivano fino a 30 bambini. Come è possibile che in base ai tagli alla scuola si possano formare classi così numerose con bambini così piccoli? Una mamma di più bambini sa benissimo che prestare attenzione a due bambini piccoli non è facile. Figuriamoci a 30 bambini che in quell’età sono completamente imprevedibili! È prevista la co-presenza solo nelle ore di refezione.

Infine ci sono i dirigenti scolastici che si ritrovano a  dover far in modo di avere quanti più iscritti possibili poiché, in base al numero degli iscritti il Ministero provvede all’assegnazione di fondi e di personale. I dirigenti devono conciliare le esigenze dei docenti, dei genitori e degli alunni senza prescindere da una normativa piuttosto articolata non sempre chiara e a volte anche contraddittoria e con tagli che diventano sempre più pressanti.

L’istruzione deve essere alla base delle politiche dello Stato. Si possono fare tanti tagli ma la scuola deve essere uno di quei settori sulla cui qualità bisogna investire sempre.  Questi bambini sono il futuro del Paese. I politici a prescindere dal colore devono cooperare in questa prospettiva.

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