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Insegnare Tenerezza

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Siamo un’orchestra giovanile, musicisti,  e ascolterete ancora la nostra musica, una musica che nasce da un grande abbraccio quello dell’orchestra e che più di tante parole vi farà bene all’anima.
Musica che nasce da un abbraccio di più giorni, un abbraccio che si costruisce attraverso momenti e scelte difficili, attraverso fatiche condivise, attraverso la ricerca costante di ciò che unisce e non di ciò che divide, con tutti, anche con il nemico di turno.

Noi docenti, noi direttivo dell’associazione Musica... in crescendo, noi maestri di musica insegniamo il valore dell’arte, l’anima di un brano, come coglierla e  come regalarla al pubblico, noi insegniamo come eseguire quel brano perché diventi un dono…un abbraccio, appunto.

Noi insegniamo l’Armonia che nasce dalla visione delle proprie vite intrecciate a quelle di altri e altre: destini incrociati, storie di incontri, non un semplice, casuale accostamento di anime e corpi e strumenti musicali, un accostamento dettato da opportunità economiche e magari da interessi.
Noi cerchiamo di insegnare che un “incrocio di destini”, è qualcosa di più complesso: è questo guardare oltre il tempo  sapendo proiettare nel futuro la propria azione, e immaginando, con uno sforzo di fantasia, quale frutto porterà questo costruire incontri e ponti, questo accorciare le distanze in un tenero abbraccio. 

Un sottile orgoglio provo, quando penso, che il risultato raggiunto lo si coglie, niente affatto in termini di soldi e di ritorno economico, ma in quella telefonata che, M.C. (anni 16), mi fa più di una volta mentre lo seguo con la mia macchina, nella camionetta della protezione civile non appena mi perde di vista, e mi chiede: «Ci sei, guido io??», o lo si coglie  di fronte all’attenzione dei ragazzi  ai nostri preoccupati sorrisi malamente abbozzati, cui segue la domanda «Cosa c’è?» con uno sguardo che fa intendere che nulla siamo riusciti a nascondere a questi giovani dalla meravigliosa sensibilità.

M. non sa che emozione è per me quella telefonata. So che ha imparato a interpretare la musica e che soprattutto ha imparato la tenerezza. E vorrei fare tutti gli altri nomi e raccontare le voci di questi meravigliosi ragazzi i cui destini saranno per sempre incrociati ai nostri, ma so che non leggereste.

Cari ragazzi senza tenerezza non c’è... SUONO... saremmo come violini senza 'anima'.

Grazie a tutti voi per questi meravigliosi giorni.

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