L’Istituto Comprensivo Statale n. 2 di San Salvo nell’ambito del progetto speciale: Scuole aperte e inclusive e per l’orientamento degli studenti ha attivato cinque laboratori extracurriculari. La dirigenza ha pensato e proposto un laboratorio di Educazione alle emozioni.
Abbiamo intervistato Gina Pelle, docente del laboratorio.
L’intervista
Quali sono le sue esperienze e i suoi titoli per il laboratorio?
Ho conseguito una laurea in Psicologia a indirizzo clinico e di comunità . Sono specializzata in Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Ho conseguito un dottorato di ricerca in Neuroimaging funzionale e ho maturato diverse esperienze nel campo della neuropsicologia clinica e cognitiva. Sono docente A.C. di Neuropsicologia clinica presso la facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Chieti.
Cosa fanno i bambini in questo laboratorio?
I bambini vengono educati all’identificazione e denominazione dei propri stati emotivi e della loro intensità e successivamente a riconoscere e denominare gli stati emotivi degli altri, utilizzando le espressioni del volto e l’atteggiamento posturale come indicatori.
Attraverso il gioco e la lettura di favole, il mimo, schede e disegni raffiguranti volti e scenette in cui i personaggi esprimono le diverse emozioni, i bambini vengono istruiti alla relazione esistente tra pensiero ed emozione: come il nostro modo soggettivo di interpretare le situazioni determini il modo in cui ci sentiamo e ci comportiamo.
In particolare, molto tempo sarà dedicato alle emozioni negative, quali la rabbia, la tristezza e la paura. Il programma si ispira ai principi della Terapia Comportamentale Razionale Emotiva (Rational Emotive Behavior Therapy, REBT) di Ellis e a quelli dell’Educazione Razionale Emotiva di Di Pietro (1992, 1999).
A chi è rivolto questo laboratorio?
Il programma è rivolto a tutti i bambini della scuola primaria, indipendentemente dalla presenza o meno di problematiche cognitive e/o emotive diagnosticate o segnalate.
Quali difficoltà incontra?
Le difficoltà sono principalmente legate alle differenze di età dei bambini partecipanti. Tra la prima e la quinta elementare c'è un divario non solo nel livello di sviluppo cognitivo, ma anche e nello specifico in quello emotivo-affettivo. Ciò richiede l'uso di un linguaggio e modalità totalmente diverse di approcciarmi al loro mondo emotivo. Inoltre, i bambini sono molto stanchi nel pomeriggio, soprattutto quelli che fanno il tempo pieno e, per alcuni di loro, risulta molto faticoso partecipare attivamente.
Quali sono gli obiettivi questo laboratorio?
Lo scopo ultimo sarebbe quello di insegnare ai bambini le strategie attraverso le quali modificare quei pensieri negativi che ostacolano il benessere personale, consentendo un maggiore controllo sulle proprie emozioni.
Al termine del corso mi aspetto che questi bambini abbiano imparato a riconoscere, denominare e comunicare correttamente e senza vergogna le proprie emozioni, anche utilizzando un vocabolario emotivo più ricco e, soprattutto, che abbiano sviluppato maggiori competenze metacognitive, cioè la capacità di capire lo stato emotivo degli altri e di averne considerazione e rispetto.