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“Io vivo quasi in cielo” con l’orchestra di fiati di Monteverdi

Toccante concerto in una chiesa di San Giuseppe gremita, in ricordo di Eugenio

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Ieri pomeriggio presso la chiesa di San Giuseppe a San Salvo, l'Orchestra Giovanile di Fiati "C. Monteverdi" ha tenuto il concerto “Do, Re, Mi, Fa, Sol ... per EUGENIO” in ricordo di Eugenio Di Petta.

L’orchestra è stata diretta dal professor Fausto Esposito.

Una chiesa gremita, anche con l’intera comunità scout sansalvese, ha avuto l’occasione di ascoltare le musiche di trenta musicisti e delle voci dei cantanti lirici Nunzio Fazzini e Rosalba Nicolini. La musica è arrivata al cuore e all’anima dei presenti grazie alla quotidiana dedizione, passione, impegno, sacrificio e perseveranza di ogni singolo musicista che, in questa occasione, si è esibito per ricordare un padre e amico di tutti.

In chiesa c’erano anche dei bambini piccolissimi ma, durante l’esecuzione dei vari brani, tutti erano in adorante silenzio. Le ultime parole di uno dei pezzi eseguiti nel pomeriggio, erano “Io vivo quasi in cielo”. “L‘anima che si mette quasi in contatto con l’Onnipotente” era la sensazione generale che si respirava durante l’esecuzione dei vari brani.

Al concerto è seguita una messa in suffragio non solo di Eugenio Di Petta ma anche di altri scout di San Salvo che sono tornati alla casa del padre, Antonello Di Rito, Massimo De Meo, professor Antonio Bruno.

Tanti i momenti in cui non sono mancate le lacrime sui volti dei presenti. Andrea Di Petta ha suonato da solista trombettista in onore del suo papà. Rosita Ruggieri, moglie di Eugenio in perfetta uniforme scout, ha messo in luce la bellezza di una famiglia allargata alla comunità parrocchiale, alla famiglia scout e a un’orchestra come quella di Monteverdi. “In questo momento di sconforto tutti hanno fatto sentire la loro vicinanza sincera e profonda.” Questo concetto è stato annunciato anche dall’amica Adele Vicoli. “Mi ero preparata tutto un papiro senza sentirmi con Rosita e volevo dire le stesse cose. La famiglia è sacra ed è tale non solo quella biologica ma anche quella che si costruisce in parrocchia e nella musica”. Nel momento dell’offertorio ogni scout salito alla casa del Padre è stato presentato con l’oggetto che più lo ricordava.

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