Ho sempre invidiato quelli che si sentono a proprio agio davanti ad una telecamera o bramano per essere catturati dall’obiettivo di una macchina fotografica. Chi rifugge da queste situazioni, un po’ per timidezza o chissà per quale altro motivo, probabilmente capirà meglio quello che sto scrivendo. A distanza di anni e di scatti driblati, mi sono arreso alla realtà che in fondo rivedersi in foto a distanza di anni non è poi così male, anzi, è un peccato forse non aver immortalato quanti più bei momenti della vita che abbiamo passato. Sono arrivato alla conclusione che affrontare con allegria il momento dello scatto è forse il modo migliore, via la timidezza ed evviva la vita! Forse non si fa più, o semplicemente sono rimasto uno dei pochi sfigati a dire “ciiiiisss” prima di fare una foto, però se si dicono certe parole c’è un motivo, cioè si muove la bocca in modo che l’espressione del viso in foto poi risulti sorridente…per cui, prendetemi pure in giro, ma io continuerò a dire “ ciiiiiiiiiiiiss”. L’argomento diventa serio perché se ne sono occupati anche degli studiosi dell’università di Amsterdam, lì sappiamo che è più facile ridere, ma per altri motivi chimici in Italia non legali. I ricercatori hanno analizzato l’attività dei muscoli che vengono impiegati per aprire la bocca o corrugare la fronte. La conclusione è che esistono parole tristi ed altre felici che finisco per condizionare lo stato d’animo. Ho fatto una ricerca invece su quali parole che, anche senza nessuno motivo apparente, fanno ridere o comunque sorridere: senza un perché siamo in molti a sorridere se si sente dire o si pronuncia la parola papaia, così come pinguino, gargamella e porro. Spero non se la prendano gli Ermanno che stanno leggendo questo mini articolo , secondo un sondaggio il nome Ermanno è quello che più di tutti gli altri mette di buon umore. Vi do appuntamento alla settimana prossima con altre curiosità, per il momento vi auguro di incontrare tanti Ermanno!! Beppe De Marco