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Zi Jnnàrë Raimondi, vuàstaròlë, ha “introdotto” il pesce a San Salvo

“A chi ttè l’ucchië, ‘ngi vò l’ucchiàlë”

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Nei tempi passati i sansalvesi hanno avuto poca dimestichezza con il mare. La “spiaggia” era sommersa dalle dune; si riempiva di gente una volta all’anno, (il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria in Cielo). L’unico mezzo di locomozione era lu traiénë (carretto di legno trainato dal cavallo e dall’asino). Appena cominciava a suonare la campana di mezzogiorno, i “bagnanti” scoperchiavano i tegami delle sagnette e fagioli. Non dovevano mancare la damigianetta del vino cotto, un cocomero e i celli ripieni (cillichiénë). La figura del pescivendolo o del pescatore non esisteva. Verso gli anni trenta è stato zì Jnnàrë lu pisciaròlë, vastese appartenente alla famiglia Raimondi, papà di Lelléinë (Lellino) storico calciatore della Pro-Vasto ad “introdurre” a San Salvo qualche manciata di sardine. Zi Jnnare nasce a Vasto nel 1880. Appena compie il sedicesimo anno si arruola nell’esercito della Marina dove ottiene l’avanzamento per meriti speciali, con i gradi di sottocapo nocchiero. Circumnaviga l’ America meridionale. Concluso il servizio militare ritorna a Vasto a fare lu pesciaròle. In quei tempi si esercitava la pesca della sciàbica che richiedeva l’intervento di circa 20 pescatori e due barche. Queste ultime, l’una più grande, detta della scabbia e l’altra più piccola detta “battillucce” avevano il compito di calare le reti in mare e distendendoli a mò di sacco, affinché poi dalla costa, due squadre di pescatori potessero tirare a mano entrambi i lati. Zi Jnnare, ogni mattina, alle prime luci dell’alba, riempiva il paniere del pesce appena pescato e, attraverso un viottolo, con il carretto trainato dal cavallo “Tripolino” raggiungeva lo spiazzale del palazzo ottocentesco dei Ciavatta (bar Roma). Per attirare l’attenzione, faceva un squillo di richiamo con la tromba e, ad alta voce, ripeteva: “ Acchì ttè l’ucchië, ‘ ngì vò l’ucchiàlë” . Un chilogrammo di pesce mandorlo costava sei soldi. Si usava il baratto. Con due uova si poteva ottenere fino ad un chilogrammo di sardine. Le panocchie (cicale di mare) rimanevano invendute, perché a quei tempi la gente non le apprezzava.. A San Salvo era considerato un personaggio. Gli anziani ricordano e che zì Jnnàrë aveva una camicia di cotone e i calzoni attorcigliati sotto le caviglie. Grazie a lui i sansalvesi cominciarono ad apprezzare il pesce e a variare la loro dieta fatta esclusivamente di pasta, legumi e verdura. Zi Jnnare è scomparso nel 1975 all’età di 95 anni. In suo ricordo abbiamo pensato di dedicargli una poesia.
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