La putèche di maste Luegge, sarto ed arguto osservatore, era una specie di cenacolo culturale, frequentato da un nutrito gruppo di studenti, tra cui il nostro collaboratore Evaristo Sparvieri, che con semplice e sobrio stile letterario, ci racconta gli aneddoti più esilaranti di “Ennio Flaiano di San Salvo”.
MASTRO LUIGI e L U P A L E T T O’ *
Nel periodo bellico (1943-44) in cui la penisola italiana, era
attraversata dalle Forze Armate Britanniche, dopo lo sbarco in
Sicilia, si era attanagliati da un pauroso stato di carenza sia
di prodotti di primissima necessità che di altro.
Trovare l’occorrente per potersi far confezionare, dal sarto, un
vestito, non era cosa facile, e spesso si ricorreva a tessuti di
natura militare, di cui i militari stessi si disfacevano per usura,
per amicizia o per altri motivi, specie di carattere economico.
Si presentò alla bottega di Mastro Luigi, un giorno, un certo
Antonio, (sansalvese purosangue, di cui, per riservatezza non si cita
il cognome), per farsi confezionare un “paltò”, portando
al Maestro sarto, una coperta militare inglese, di colore giallo,
pelosa e robusta (da usare quale stoffa, un pezzo di tela da tenda
mimetizzata (da usare come fodera e tela dura ) e due ciberne
di tessuto sfilabile (da cui ricavare il filo necessario).
A tal vista, Mastro Luigi, così, lo apostrofò: “ Ma tu, care “Ndonie,
si sbaiate putéche: tu ave’ da j’ a la putéche di ‘Ndunine Crecchie:
lu mmuastare.”**
Evaristo Sparvieri
* Il cappotto.
** Colui che faceva i basti per gli asini.