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Beato Agostino Jeong Yak-jong

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Questo santo è esemplare per l’entusiasmo con cui ha accolto una religione che non rientrava nei canoni dei suoi antenati né nel mondo in cui egli viveva: rappresentava una novità assoluta che ribaltava ogni sua convinzione. Ciò nonostante, lui considerava questo nuovo credo come una dottrina esatta e veritiera. Pensando ai vari cristiani che si professano tali ma talora non hanno comportamenti che testimoniano la fede, ponendolo a confronto con questo martire, viene da chiedersi: ma come è possibile che un coreano vissuto in quel periodo storico (non solo non faceva parte della loro cultura ma si andava incontro anche a morte certa) è stato disposto a rinunciare alla sua vita e un cristiano di oggi (che vive in un contesto dove si proclama la libertà di religione e non rischia in alcun modo la vita) si vergogna della propria fede e non accoglie con una milionesima parte di quell’entusiasmo?

Agostino Jeong Yak-jong nacque nel 1760 a Majae, in una famiglia di studiosi molto noti.
Egli venne a conoscenza del cattolicesimo due anni dopo la sua introduzione in Corea. Apprese il catechismo da suo fratello maggiore e, una volta che l’ebbe assimilato profondamente, ricevette il Battesimo. Le prime persone che evangelizzò furono la moglie Cecilia e i figli Carlo, Paolo ed Elisabetta. Appassionato della dottrina cristiana, la compendiò in un Catechismo in due volumi nella sua lingua natia in due volumi, facilmente comprensibile a tutti.. All’esplodere della persecuzione Shinyu (1801), finì subito sulla lista dei ricercati. Venne pesantemente interrogato e torturato, ma, determinato com’era a morire in nome di Dio, non cedette a nessuna tentazione. Cercò di spiegare che la dottrina cattolica era esatta e veritiera: «Non c’è nulla di sbagliato nel venerare il Signore, ma è cosa buona e giusta. ».
I persecutori adoperarono tutti i mezzi possibili per farlo cedere, ma risultarono confusi dalla dottrina che predicava. Infine, la corte approvò la condanna a morte promulgata dal Ministero della Giustizia. Così, quindici giorni dopo il suo arresto, Agostino venne condotto presso la Piccola Porta Occidentale a Seul, per essere giustiziato.
L’8 aprile 1801, dopo aver patito numerose torture, venne decapitato presso la Piccola Porta Occidentale a Seul l’8 aprile 1801, a quarantuno anni. La moglie e i figli, non molto tempo dopo, subirono la sua stessa sorte.

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