Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Il papà di Giovanna

« Basta volerle le cose, volerle con tutta te stessa e accadono. »

Condividi su:

Alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia viene presentato Il papà di Giovanna,  film drammatico del 2008,  diretto dall’abilissimo  Pupi Avati.
Qui Silvio Orlando ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Quest opera cinematografica vanta un  ricco cast comprende Francesca Neri, Alba Rohrwacher ed Ezio Greggio, qui al suo primo ruolo drammatico.
La vicenda è ambientata nella bellissima Bologna degli anni 30. Le personalità principali che vanno delineandosi sono: Giovanna,  ragazza insicura e goffa  che soffre di un innocenza ai limiti del patologico. Giovanna percepisce la realtà in maniera distorta; Michele, professore nel liceo della figlia, padre affettuoso e presente, la cui unica preoccupazione e far vivere serenamente l’amata unica figlia; Delia, donna bellissima ma insoddisfatta che vive un rapporto un po’ freddo e conflittuale con la figlia. La mancanza di amore tra i coniugi  ha creato un morboso legame tra padre e figlia lasciando da parte la madre.
Tentando continuamente di rinforzare l’autostima della ragazza, Michele convince un suo allievo a corteggiare la ragazza. Poco tempo dopo, nella scuola, viene trovato un corpo. Una ragazza, amica di Giovanna, è stata assassinata. Successivamente si scoprirà che è stata proprio Giovanna ad uccidere l’amica, colpevole di essersi appartata con il ragazzo che le piaceva.
Dopo un arduo processo, la ragazza viene condannata e trasferita in una struttura psichiatrica tra crisi isteriche e deliri. Ciò non  farà altro che peggiorare la sua salute mentale. Il legame tra i genitori si sfalderà completamente e Michele decide di lasciare Bologna per stare più vicina alla figlia e spingerà, inoltre, la moglie Delia ad accompagnarsi al caro amico e vicino che la ama da tempo.
Dopo la Guerra e varie vicissitudini, Giovanna viene dimessa. Padre e figlia decidono di tornare a Bologna, ricostruita dopo i bombardamenti.  La ragazza,  più stabile con l’aiuto dei farmaci, riacquista la serenità agognata. In un cinema, una sera, rincontrano la madre. Sembra un tentativo di ricostruire,di ricostruirsi. Come una città dopo un bombardamento, una famiglia rinasce.
Questa vicenda sfiora l’intima sensibilità dello spettatore che non può fare a meno di confrontarsi con la labilità di una giovane, con l’amore smisurato di un padre, la difficoltà  comunicativa di una madre. Una storia che stringe il cuore. Una comprensione mancata soppiantata dall’amore, filo conduttore del racconto.
 

Condividi su:

Seguici su Facebook