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Ultime battute della mostra sul brigantaggio con l’intervento di Pino Aprile

Si è svolta questa mattina la conferenza sulla 'questione meridionale'

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Questa mattina, giovedì 23 ottobre, nella Casa della Cultura – Porta della Terra di San Salvo, si è tenuta la conferenza dal titolo Il meridione d’Italia, dalla crisi post-unitaria alla crisi attuale facente parte di un più vasto progetto dal titolo Mostra sul brigantaggio post unitario in Abruzzo e nel Meridione d’Italia (1860-1872).

A portare avanti la discussione su quella che viene definita appunto questione meridionale è stato Pino Aprile, giornalista e scrittore. In un'aula gremita di partecipanti non è mancato il saluto dell’assessore alla cultura Giovanni Artese e un’introduzione da parte di Maurizio Petti che si occupa di organizzare la Mostra sul brigantaggio rendendola itinerante nei paesi limitrofi al nostro. Non in secondo piano è passata la presenza di alcuni docenti e della preside, Maria Luisa Di Mucci, dell'istituto tecnico commerciale R. Mattioli di San Salvo.

Di fronte ad un pubblico composto anche dalle classi quinte del Mattioli, ha aperto, la vera e propria conferenza, il prof. Davide Aquilano, docente di Lettere presso l’istituto stesso, presentando la figura di Pino Aprile e delineando velocemente gli studi condotti dal giornalista pugliese. Il fulcro della conferenza è stato comunque composto da una relazione descrittiva di tutti gli eventi che hanno portato alla nascita del brigantaggio in seguito all’unità d’Italia e, come questa problematica, possa essere confrontata con la crisi attuale.

Attraverso una raffigurazione di tipo storiografico si è cercato di dimostrare come l’arrivo della famiglia Savoia nel regno delle due Sicilie non sia stata altro che una invasione in piena regola, mascherata dalla voglia di unificare la nazione, velatamente a scapito del Mezzogiorno. Si è aggiunto che questo tipo di definizione forte è attualmente giustificata anche dalla politica repressiva messa in atto dai diversi governi. Non a caso proprio a quegli anni risalgono i primi esempi di società mafiose. Inoltre nello stesso periodo, ma nel nord della nostra penisola, fu portata a termine la strage nel Forte di Fenestrelle, identificabile come uno dei primi lager costruiti. Inoltre, a quanto pare, l’invasione del Mezzogiorno portò alla distruzione delle maggiori aziende siderurgiche della zona con tremende conseguenze economiche.

Proseguendo lungo un tale discorso si è arrivati a paragonare la questione italiana all’epoca dei Mille all’attuale situazione della Germania dell’Est, derubata dopo l’unificazione.
La manifestazione ha preso poi la strada della conclusione attraverso il sintetico dibattito a cui, per mancanza di tempo, gli astanti hanno assistito.

Interessante è stato l’intervento di Emanuele Di Nardo che ha posto un quesito a Pino Aprile chiedendo cosa possa oggi fare il Sud per migliorare la propria situazione e come mai nei suoi scritti manchi del tutto la bibliografia. A tal domanda il giornalista ha risposto dicendo che il Sud sta già muovendosi bypassando le istituzioni che non sono più affidabili e creando quanto più possibile le basi per nuove idee in ogni ambito.
Per quanto riguarda la seconda curiosità la risposta sta nel fatto che Aprile si senta un divulgatore per tanto non ha l’interesse di riportare quanto legge sui libri per far contento qualche accademico.

Il dibattito si è poi chiuso con l’asserzione da parte di Aprile per il quale i briganti possono chiamarsi partigiani al pari dei patrioti polacchi che non molto tempo fa compirono lo stesso processo di resistenza verso il potere più forte.

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