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I Cavallari

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Coloro che hanno partecipato al tradizionale rito della consegna delle some (sacchi di farina) alle donne che stavano ''ammassando'' per cuocere e distribuire le ''sagnitelle'' in piazza avranno visto molti cavalli e soprattutto avranno riconosciuto molti sansalvesi affianco ai loro cavalli. Da un po' di anni, infatti, l'animale che aveva accompagnato la vita e il lavoro dei nostri nonni è tornato in voga. Decine e decine di sansalvesi, tra cui tanti giovani, hanno comprato il cavallo e, uniti da uguale passione, hanno costituito ''il gruppo dei cavallari''. Ne ricordiamo alcuni: Mimì Napolitano, Domenico Onofrillo, Peppe Tilli, Anselmo Lanza, Nicola Gizzi, Nicola Gianfelice, Tonino Raspa. Coloro che, per dimenticanza, non citiamo sono pregati di darcene comunicazione: rettificheremo all'istante. Questi appassionati, di ogni età e di ogni ceto sociale, amano il fedele animale e si gratificano ad ammansirlo, a guidarlo, a vedere che gli ordini impartiti sono eseguiti con vera dedizione. I ''cavallari'' riscoprono il rapporto con la natura dalla quale la società tecnologica, delle comodità, della velocizzazione dei tempi ci aveva allontanato. Tenere il cavallo, andare a cavallo fa riscoprire l'ambiente, ci fa immerge nel silenzio delle campagne distese e verdi e fa lasciare i pensieri quotidiani, le preoccupazioni frenetiche, lo stress delle proprie professioni per farci raggiungere un'altra dimensione: quella dei nostri nonni. Personalmente vado a cavallo e mi è capitato di raggiungere posti a noi vicini che non avrei mai visto e vissuto. Si pensi al vallone Buonanotte, al piccolo bosco che dall'incrocio del Salice porta dietro al Cimitero, alla parte sud del fiume Trigno dalla quale si sale a Montebello (per citare solo alcuni dei luoghi più vicini). Questi sono posti che conosciamo, che sappiamo esserci, di cui abbiamo sentito raccontare, ma che non avremmo mai percorso se non a cavallo. Del resto costeggiare un fiume e un vallone o oltrepassarli, attraversare un boschetto pieno di radure, siepi e piante incolte, spesso con rovi e spine, non fa parte delle nostre quotidiane attività anche perché presenta insidie. Forse anche gli stessi cacciatori o coloro che si dilettano a raccogliere asparagi o funghi (come il simpatico Alfredo Di Rito, vero esperto e conoscitore) non possono addentrarsi nei posti che invece, cavalcando, è più facile raggiungere. Auspichiamo che questa nuova passione dell'andare a cavallo possa crescere e fare altri proseliti, magari fra i giovani e le donne, coinvolgendo le stesse scuole, con il contributo dell'assessorato all'ambiente. Siamo infatti convinti che la l'ambiente (su cui torneremo in altre pagine) si tuteli anche facendo riscoprire le parti incontaminate e poco vissute della natura a noi vicina, anzi vicinissima. In ogni caso, già da ora, quelle decine di amici che vanno a cavallo, per le cose che abbiamo appena detto, sicuramente rappresentano, quando passano tutti assieme, tra il rumore degli zoccoli dei loro animali, un evento singolare, che ci riporta ai tempi andati della nostra Città pre industrializzata, fors'anche un evento storico che resta nelle menti delle nostre genti.
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