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L'AZIONE DI LILLINO ARTESE

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Ricordo che frequentavo la quinta elementare presso un edificio a Via Giotto, allorquando venne a farci visita il Direttore Didattico dell'epoca, Guido Fabrizio. Non so come oggi siano le visite ''ispettive'' dei dirigenti scolastici, né cosa rappresentino per i ragazzi, ma ricordo bene cosa fu quella visita alla mia classe e ricordo pure come la ''preparò'' la mia maestra, signora Modesta Onorato. Sentivamo tutto il peso dell'autorità scolastica che ci avrebbe fatto visita e ci preparammo adeguatamente a rispondere alle domande del Direttore, tra le quali ne ricordo lucidamente una in particolare. ''CONOSCETE VOI UN PERSONAGGIO STORICO DI QUESTA NOSTRA ZONA ?'' rammento che ci chiese con tutta la sua autorevolezza il dott. Fabrizio e ricordo, pure, che si alzò con fare deciso e pur nulla imbarazzo il mio compagno di classe, Andrea Checchia ( lui se ne ricorderà? ), che rispose: ''CERTO, E' VITALE ARTESE !''. Lo avevo già sentito questo nome, ma quanto accadde quel giorno a scuola è restato e credo resterà sempre nella mia memoria come dimostrazione che nell'immaginario collettivo, anche dei bambini, in questa Città la Storia e il Potere si chiamassero Vitale Artese, per gli amici Lillino. Successivamente Don Cirillo Piovesan gli avrebbe dedicato il primo libro sulla storia della Città, definendolo ''L'ARTEFICE DELLA RINATA SAN SALVO''. Giovanni Artese, nel suo di libro, scrisse che ''IN ALCUNI MOMENTI VITALE ARTESE ACCENTRO' NELLE SUE MANI PIU' POTERE DI QUANTO NE AVREBBE AVUTO UN PODESTA' DELL'ERA FASCISTA''. Il creativo che all'epoca scriveva i testi per la D.C. e che, da vero uomo di marketing, ne pilotava le campagne elettorali, alla prima candidatura parlamentare coniò per Artese lo slogan ''L'UOMO CONCRETO''. Veniva chiamato in vari modi, perché si sa che il Potere, come Egli era, viene ad assumere varie denominazioni a seconda di chi lo nomina: Don Lello, Don Lellino, il Commendatore, il braccio destro di Gaspari, l'Onorevole. Ma forse è quest'ultimo il titolo che resta oggi nella memoria sansalvese. Vitale Artese nella Storia locale è sarà sempre L'ONOREVOLE per eccellenza. Coronò, infatti, la sua lunga e brillante carriera politica con l'elezione alla Camera dei Deputati nel 1979, nella quale restò fino al 1992, allorquando decise personalmente di non ricandidarsi perché la preferenza unica lo avrebbe potuto, in qualche modo, contrapporre al suo maestro di vita e di politica, Remo Gaspari. Nato nel 1922, aveva iniziato a far politica nel dopoguerra e fu: · Segretario politico della Democrazia Cristiana locale e collocatore comunale nei primi anni cinquanta; · Sindaco, più volte (1958 / !964) (1977/1980) · Assessore comunale dal 1983 al 1985 · Consigliere comunale di minoranza, dal 1985 al 1991; · Segretario regionale D.C. a metà anni settanta; · Consigliere e Assessore della Regione Abruzzo dalla Sua Costituzione al 1977; · Vice Presidente del Comitato di gestione della U.L.S.S. di Vasto con Gaspari Presidente dal 1982 al 1984; · Deputato, appunto, dl 1979 al 1992; · Presidente del Nucleo Industriale del Vastese dal 1992 al 1994. Ebbe, ovviamente, tanti altri incarichi politici ed istituzionali in questo territorio, nel quale comunque agì ed operò fondamentalmente come COSTRUTTORE DELLA CITTA' DI SAN SALVO, cosa che, con onestà intellettuale, lo stesso suo successore alla leadership politica locale, l'On. Mariotti, gli avrebbe riconosciuto nel corso della orazione funebre, nel mese di aprile dello scorso anno. S. Salvo era un paese contadino e lo restò fino agli inizi degli anni sessanta e probabilmente lo sarebbe restato a lungo se non fosse stato per l'Onorevole Artese. Il quale da Sindaco democristiano, dopo dieci anni di amministrazioni di sinistra, riuscì, aiutato dal suo Partito, a fare in modo che il Governo Italiano investisse qui realizzando una grande industria nazionale di produzione del vetro ( la SOCIETA' ITALIANA VESTRO). Questa la genesi della moderna S. Salvo: senza questa scelta la nostra Città sarebbe stata come Casalbordino, una tranquilla cittadina di poche migliaia di abitanti sul mar Adriatico ed avrebbe ''gareggiato'' con Cupello e non con Vasto. Infatti negli anni cinquanta la stazione dei Carabinieri, a dimostrazione di quale fra i due piccoli centri limitrofi fosse più importante, era a Cupello e non a San Salvo. Dopo la S.I.V. arrivò tutto il resto e tutto passò per le mani dell'Onorevole: · Le fabbriche piccole e grandi insediatesi successivamente; · La zona industriale e il nucleo COASIV; · Il depuratore; · Lo sviluppo urbanistico di S. Salvo marina; · Lo sviluppo urbanistico di S. Salvo capoluogo; · Le scuole, tutte quelle esistenti; · Gli edifici pubblici: Municipio, Caserma Carabinieri, Poliambulatorio, Capannone comunale; · Serbatoi idrici; · Stadio di calcio ( ristrutturato dalla successiva maggioranza); · Piscina ( ultimata dalla successiva maggioranza) · Tre campi di calcio (uno dei quali trasformato in pista atletica dalla successiva maggioranza); · Bocciodromo, campo di pattinaggio e tre palestre; · Infrastrutture primarie e secondarie nelle zone in espansione; · Villa comunale; · Aree verdi; · Programmazione della zona P.E.E.P e relativi interventi pubblici; · Centro culturale polivalente e relativa piazza; · Aiuti pubblici per la realizzazione e ristrutturazione delle Chiese; · Piani commerciali, artigianali ed industriali fino al 1990; Insomma la Città come la vediamo è stata fatta dall' Onorevole Artese! Gli fu rimproverato, e per verità storica dobbiamo riconoscerlo anche noi, il caos urbanistico di cui ancora oggi si vedono i segni: in effetti se S. Salvo non è proprio bellissima lo si deve in prevalenza alle trentennali amministrazioni democristiane. Gli viene anche rimproverata una gestione del potere non esattamente democratica. Personalmente ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarne le doti di umanità ed amicizia per il tramite del comune amico Alfredo Bucciantonio, che gli fu fedele fino alla fine ed anche oltre. Nello Studio di Alfredo, negli ultimi anni della sua vita e dal suo ritiro dalla vita politica attiva, ossia dal 1994, ho spesso incontrato l'Onorevole. E ho sentito raccontargli le vicende di questa Città come Egli le aveva plasmate, più che vissute. Nel corso di quelle chiacchierate ho potuto verificare come fosse diversa l'immagine privata che mi appariva rispetto a quella pubblica che ci aveva costruito l'iconografia politica. Probabilmente la perdita del potere gli aveva restituito la Sua personalità più vera e genuina, arricchita ancora di più dalle amarezze di quei tanti ''amici'' che gli erano restati tali fino a che Egli era stato potente. Non so se ho titolo a giudicarne la Sua azione non avendolo mai votato ed anzi avendolo spesso avversato anche in Consiglio Comunale, ma penso di raccontare delle ''ovvietà storiche'' scrivendo quanto sopra, limitandomi a fare una cruda elencazione delle opere che, insigne amministratore, ha lasciato a questa Città. La quale sarebbe proprio il caso che si decidesse a riconoscergli il ruolo storico che Egli ha avuto per la sua costruzione, anche attraverso la costituzione di una Fondazione. Purtroppo forse pesano ancora i ricordi di quell'immagine che sopra menzionata relativa alla Sua gestione del potere o gli opportunismi di quei tanti amici dalla memoria corta che se ne sono serviti per le carriere, i favori e gli aiuti. Ma Lui ne era consapevole, tanto che un giorno mi disse: ''Se ti aspetti gratitudine dagli altri, non fare politica''. Tuttavia, un po' mi sembra paradossale che proprio quelli che di certo non sono stati dei suoi (quando era potente) a dovere esortare il Suo popolo ad elevarlo come COLUI CHE HA FATTO LA STORIA DI QUESTA CITTA'.
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