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Michele Cristallo: "cerco sempre di mettermi nei panni del cliente"

La storia di Jacop's

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Michele Cristallo e Lia Piumetta: una storia d’amore e di impresa che dura da 39 anni. Le famiglie di origine di entrambi hanno un passato da commercianti seppure a distanza di centinaia di chilometri l’una dall’altra.

Il papà di Michele è originario di Barletta e da sempre commercializzava la sua merce nei mercati di Abruzzo e Molise. Michele sin da piccolissimo seguiva il padre in questa attività.

La famiglia di Lia invece è di Brindisi. La nonna di Lia era una donna molto forte sia fisicamente che di carattere. Aveva nove figli: otto femmine e un maschio. Mentre il nonno vendeva il carbone, la nonna si trasferiva anche per quindici, venti giorni, nella sua casa di Termoli per vendere le calze realizzate a macchina dalle sue otto figlie femmine.
Arrivava da Lecce con il pullman carica di questa merce, lasciava il grosso a casa, riempiva una grossa cesta e percorreva i vari paesini spostandosi con i mezzi. Alla fermata si metteva la cesta in testa e “urlava”, per attirare l’attenzione e vendere la merce.

Tra i vari paesi che percorreva, c’era Campomarano, in provincia di Campobasso, dove operava anche il papà di Michele.
Arrivata al paese, stendeva un panno per terra, ci poggiava le calze della cesta, si sedeva su una sediolina che le prestavano, e gridava. Finita la merce tornava a casa più carica di quando era partita, con tutto il “ben di Dio di quel mondo”.

Quando Lia aveva nove anni, capitò che la nonna si ammalò. Si decise che Lia accompagnasse la zia per vendere le calze.
La zia le diceva: “Lia urla” e lei rispondeva “mi vergogno”. Durante la tappa a Campomarano vede per la prima volta Michele che aveva sette anni. Qualche parola, qualche gioco e poi ognuno a casa sua e ognuno prende la sua strada: Michele negli anni, continua con il lavoro di ambulante con il padre e Lia entra a lavorare come operatore nel manicomio di Lecce. Nel maggio 1976  Lia va a Termoli per accompagnare la mamma, che doveva accudire una nipote partoriente, e li rincontra Michele. E’ subito colpo di fulmine. Michele vede in Lia, quelle qualità che lui cercava per la donna della sua vita: svelta, forte e responsabile. Per Lia fu altrettanto.

Il 18 settembre 1976, dopo soli quattro mesi si sposano.

L’alternativa di continuare il suo lavoro a Villa Pini non era plausibile per il marito: “ho voluto sposarmi subito per vivere con mia moglie e poi invece tra turni e viaggio a Villa Pini devo stare da solo? Non esiste”. Fu così che Lia fu costretta a lasciare il suo lavoro.

All’inizio vendevano esclusivamente maglie nei mercati come nel film “Zampanò” con Giulietta Masina.
La mattina nei mercati stabiliti (lunedì Gissi, martedì Termoli, mercoledì Campomarino, e via di seguito) e il pomeriggio nelle cosiddette “Piazze morte”: dove c’era il banditore del comune che annunciava la signora di San Salvo che vendeva le maglie e quando il banditore non c’era, Michele, gridava col megafono per le strade del paese.
Se c’era una fiera, la notte precedente dormivano nel furgone abbracciati l’uno all’altro.
Nonostante i mille sacrifici e tanta fatica Lia e Michele vivevano questo lavoro imparando ad apprezzare sempre più il rapporto con gli altri. Man mano oltre alle maglie si specializzarono nella vendita di capi di abbigliamento per donna.

Nel 2003 decidono di fare il grande salto: aprendo in via Trignina un negozio di abbigliamento “Jacop’s”, scegliendo il nome del loro amatissimo figlio, Jacopo.
Qui si possono trovare capi di abbigliamento per ogni taglia e ogni prezzo dal casual alla cerimonia.

Dal 2009 al 2013 hanno organizzato sfilate di moda coinvolgendo le loro clienti.
L’ultima sfilata si è svolta alle piscine delle Meridiane a Montenero, un vero successo: “dietro le quinte ero così soddisfatta che piangevo per l’emozione e non sono riuscita ad uscire sul palco per dire una sola parola. Sembrava di vivere quelle serate di alta moda che si vedono in televisione”.

La soddisfazione più grande, dice Lia, è consigliare un capo, con cui la cliente, quando torna a casa e se lo rimisura guardandosi allo specchio, si piace e benedice quell’acquisto.

 

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