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Morti sul lavoro, tragedia di Casalbordino la più drammatica nell'Abruzzo "zona rossa"

Diciassette le vittime dall'inizio dell'anno

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«L'intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure». 

È un duro monito quello giunto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della settantatreesima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. Una riflessione che racconta un dramma continuo. Le cifre pubblicate dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering sono inequivocabili. E dietro ogni numero, ogni fredda statistica, ci sono vite spezzate, famiglie distrutte, drammi umani strazianti. 

L’Abruzzo è una delle quattro regioni collocate in “zona rossa” dall’Osservatorio, con un’incidenza superiore al 25% delle media nazionale. Diciassette le vittime dall’inizio dell’anno. La tragedia più drammatica, avvenuta quasi un mese fa, nello stabilimento a Casalbordino della Esplodenti Sabino. Tre lavoratori morti in un’esplosione, tragedia che ha riportato alla memoria l’ultimo precedente del 21 dicembre 2020 in cui un’altra esplosione aveva causato la morte di tre lavoratori. 

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