Il paese di origine delle pesche è la Cina. Il nome percoca deriva dal latino praecoquus (frutto precoce).
Accurati studi scientifici hanno accertato, che le pesche e nettarine prodotte nel territorio sansalvese, contengono una quantità particolarmente elevata di vitamine, potassio, calcio e ferro.
Le abbondanti riserve di vitamine consentono alla pelle di abbronzarsi, nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, mantengono in efficienza l’apparato intestinale e prevengono le rughe, servono per rinvigorire l’organismo, per non ingrassare, per restare in forma e per favorire la produzione nell’epidermide del pigmento che dona la classica “tintarella di luna” alla pelle.
I medici di famiglia, infatti, non si stancano mai di suggerire ai pazienti di mangiarne in abbondanza.
In questi periodo, le pesche sono al massimo della produzione e della qualità, pertanto possono essere acquistati ad un prezzo moderato presso le masserie dei nostri contadini.
Il clima dolce della nostra fertile pianura alluvionale irrigata dalle acque del Trigno ( flumen Trineum) ricche di sali minerali, permettono alle pesche di “sviluppare” un’ elevata quantità di vitamine, che a loro volta favoriranno alla nostra pelle una produzione maggiore di melanina, che consentirà un’ abbronzatura più omogenea.
San Salvo, oltre alla “bandiera blu” per il mare cristallino, meriterebbe la bandiera per la bontà insuperabile delle pesche.
Per acquistare la tanto desiderata “Tintarella di luna”, non dovremmo far mancare mai, piattoni ricolmi di pesche sul tavolo delle nostre cucine.
Un vecchio proverbio salvanese recita così: “Lë precòchë fànnë desiderà lu vuénë, lu vuénë fà diggiré le precòchë”, significa che “Le pesche fanno desiderare il vino, il vino fa digerire le pesche”.
L’immagine allegata all’articolo è una vignetta creata per l’occasione dal nostro bravo Stefano Marchetta.