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'Follia Jazz' primo complesso musicale sansalvese, nato nei primi anni ‘50

Guglielmo Longhi costruì i piatti con il sottofondo dei bossoli di cannone

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Nei tempi  passati (primi anni ’50)   i Salvanesi  avevano preso  la nomea nei paesi  limitrofi di pensare solo alle feste.In effetti , anche le famiglie che avevano  i borsellini senza una lira dentro,  non lesinavano  ad organizzare  feste di  battesimi, cresime, comunioni, matrimoni, compleanni.  

I balli più  in voga erano la polka, la mazurka , il saltarello e la quadriglia

Lo strumento che accompagnava il ritmo delle danze popolari era l’organetto ( la ddu bbotte).

Pian piano  all’organetto si sostituì la fisarmonica, strumento più maneggevole.

Guglielmo  Longhi, contadino , sansalvese  e  papà di Angelo  ex dipendente comunale, collaborava  alle  feste e alle cerimonie che si svolgevano in casa, proponendo sempre  uno spettacolo d’ombre cinesi.

Mentre le figure si proiettavano sul muro bianco delle stanza buia  recitava  le varie parti.

Era uno spettacolo fantastico per grandi e piccini.

Guglielmo faceva il contadino ed  aveva una forte passione per la musica, ma in quel periodo  i prezzi del frumento  e  dell’olio  erano al ribasso, ragion per cui  escogitò il modo  per  migliorare la situazione.

Si mise in azione per formare  un piccolo gruppo musicale.

San Salvo  era un piccolo paese e  per reperire i  suonatori disposti ad entrare in un  “progetto” così particolare,  significava farsi in quattro.

Cerca di qua cerca di là, riuscì  a reperire  Angelo Ialacci e Vito Tomeo per le fisarmoniche,  Angelo De Fanis  per la chitarra e  Nicola  Masciulli per i piatti.  Mancava una  batteria, strumento indispensabile per suonare nei concerti.  In quei tempi , le botteghe di  strumenti musicali non esistevano né a San Salvo né a Vasto,  e  soldi per acquistarli non ce n’erano.

 Guglielmo si accollò il compito di reperire in qualche modo una specie di batteria e di suonarla,  anche se nell’arco della sua vita  non  aveva mai visto come si suonava.

Un giorno si recò nella sua  masseria, afferrò  due conigli nella gabbia e in quattro e quattr’otto gli tolse la camicia . Lavorò bene le pelli  e  confezionò la copertura della grancassa. Portò  le carcasse scuoiate dei due poveri conigli alla moglie che bravissima a cucinare  riempì il loro stomaco di frittata con fegatini, e cucinò  nel forno di casa. Si  ricordò  che durante l’ultima guerra mondiale  aveva nascosto due bossoli di cannone sotto il terreno del suo orticello.  Scavò e li ritrovò ancora intatti.  Con il sottofondo ricavò i piatti per la sua batteria e da un ramo secco d’olivo le  bacchette.  Guglielmo  in pochi mesi  imparò a suonare   la “ batteria” .

Il complesso musicale  prese il nome  di “Follia Jazz” e   cominciò a suonare nelle case e nelle feste.

 

 

FOTO, da sinistra: Vito Tomeo, Guglielmo Longhi, Nicola Masciulli, Angelo De Fanis,  Angiolino  Ialacci

 

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