Neppure il Corpo dei Vigili del Fuoco si salva dalla spending review e dalla scure dei tagli agli organici e del blocco di assunzioni.
Meno personale e, nel contempo, maggiori difficoltà a garantire la molteplicità di interventi ai quali questo gruppo sollecitato. Specie in provincia di Chieti dove il numero dei Vigili del Fuoco in servizio è sempre inferiore al dovuto. Pochi uomini nella caserma del capoluogo, dove da 20 anni si lavora con 70 unità . E pochi mezzi: una sola autoscala che in caso di necessità per spostarsi dalla sede centrale di Chieti a Vasto impiegherebbe non meno di un’ora. Stesso discorso per l’autogru. E, in aggiunta, anche il preannunciato declassamento del Distaccamento di Ortona che comporterà ulteriori tagli al personale.
La denuncia su una situazione tutt’altro che confortante arriva dai rappresentanti sindacali Giuseppe Giampaglione della Conapo, da Angelo De Simone (Confsal) e da Antonio Cipollone (Sindacato di base). «Prevediamo che i tagli alle assunzioni nei Vigili del Fuoco determineranno una carenza di personale di oltre 4.500 unità in 3 anni, con la conseguente chiusura di molte sedi di servizio, eppure - si legge in un documento a firma delle tre sigle sindacali - basterebbe destinare alle assunzioni buona parte dei 100 milioni di euro che oggi, superficialmente, vengono spesi per richiamare in servizio ogni giorno oltre 4.000 precari necessari a tamponare le carenze di organico». Denuncia impietosa finita sul tavolo del prefetto Fulvio Rocco De Marinis.
«Siamo convinti - spiega in merito Giampaglione - che i tagli della spending review vadano fatti sugli sprechi e non sulla sicurezza dei cittadini. Nella nostra provincia abbiamo delle realtà industriali e di infrastrutture di medio, alto e altissimo rischio - aggiunge - basti pensare alla Sevel, alla Dayco, alla Pilkington, alla De Cecco», per poi ricordare le industrie potenzialmente pericolose e annoverate fra quelle suscettibili di causare incidenti rilevanti dal ministero dell’Ambiente, come la Sabino Esplodenti a Casalbordino, il laboratorio chimico ex Cray Valley Italia Srl e la centrale turbogas dell’Abruzzo Energia a Gissi. E ancora l’impianto di distillazione a Ortona e un altro a Vasto, lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale a Cupello, il deposito di olii minerali dell’Eni spa a Ortona e uno a Vasto della Fox Petroli Spa, senza dimenticare il deposito di gas liquefatti della Wts spa a Chieti ed altro ancora. «Inoltre – rimarca ancora il rappresentante del sindacato - abbiamo il porto regionale di Ortona adibito a traffici marittimi delle merci e dei prodotti petroliferi, che nel complesso movimenta oltre 900.000 tonnellate all’anno di merci».
E non vanno dimenticate le future esigenze del porto di Punta Penna di Vasto che con l’approvazione del nuovo piano regolatore vedrà il raddoppio del proprio bacino. «Il piano di riordino delle strutture centrali territoriali dei Vigili del Fuoco non prevede un adeguamento alle nuove realtà del territorio della provincia di Chieti lasciando invariate le dotazioni organiche alle esigenze vecchie di quasi 20 anni. Risparmiare su chi è preposto alla tutela della popolazione mette a rischio oltre la popolazione stessa anche chi opera nel settore in quanto costretti a lavorare sotto organico e con pochi mezzi», conclude Giampaglione. I sindacati si aspettano segnali forti dalle istituzioni locali anche se la delusione è tanta. «Siamo stati abbandonati da tutti i governi di turno, ma vogliamo ricordare, ancora una volta, che la sicurezza dei cittadini non ha prezzo».