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L'Abruzzo terza regione in Italia per rischio usura

È la regione con l'indice più alto di denunce contro gli strozzini

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Un risultato forse di cui sicuramente la Regione avrebbe fatto volentieri a meno: l'Abruzzo è la terza in Italia per il rischio per le famiglie di finire nella rete degli usurai. È quanto evidenza la Cgia di Mestre (Confederazione generale italiana dell’artigianato) che ne individua le cause tra gli alti tassi di interesse e nei pochi prestiti erogati dalle banche.
L'associazione ogni anno calcola l'indice del rischio usura confrontando gli indicatori di disoccupazione, fallimenti, protesti, tassi di interesse applicati, denunce di estorsione e di usura, numero di sportelli bancari e rapporto tra sofferenze e impieghi registrati negli istituti di credito.

L'indice di rischio si attesta in Abruzzo a 144,6. L'indicatore medio nazionale è 100, la nostra regione si posiziona subito dietro a Campania (164,3) e Calabria (146).
In queste tre regioni d'altronde i tassi di interesse bancari sono i più alti: se la media nazionale è del 2,69%, in Abruzzo è del 3,54% (in Calabria è del 3,7% e in Campania del 3,56%).

 

A chiudere la classifica ci sono tre regioni del Nord, dove l'indice di rischio è ben al di sotto alla media: Veneto (73,1), Friuli Venezia Giulia (72,2) e Trentino Alto Adige (51,8). Non è confortante il quadro per quanto riguarda tutto il Meridione: le uniche due regioni presenti nella fascia di rischio 'medio' sono la Sardegna (101,8) e la Basilicata (117,6). Tutte le altre occupano la parte della classifica nella quale il rischio è 'alto'.

DATO POSITIVO? - Spulciando le tabelle degli indicatori, l'unico dato che può essere definito confortante è quello relativo alle denunce alle forze dell'ordine. L'Abruzzo è al primo posto con 28 denunce contro gli usurai che equivale a un indice di 310,6, ovvero il triplo dell'indicatore nazionale. 

 

MOTIVAZIONI - Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, suona il campanello di allarme spiegando anche da dove partono questi dati preoccupanti: «In buona sostanza con la forte stretta creditizia e l’aumento della disoccupazione, che hanno contribuito a ridurre i livelli di reddito soprattutto al Sud, c’è il pericolo che l’usura, già presente in questi territori in misura maggiore che altrove, assuma dimensioni ancor più preoccupanti».
«Ciò che pochi sanno - continua - sono le motivazioni per le quali molte persone cadono tra le braccia degli strozzini. Oltre al perdurare della crisi, sono soprattutto le scadenze fiscali a spingere molti piccoli imprenditori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie, brutti infortuni o a seguito di appuntamenti familiari importanti, come un matrimonio o un battesimo».

TUTTI GLI INDICATORI

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