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Uno spiraglio nella crisi: la Denso 'abbandona' i contratti di solidarietà

Tra le prime grandi aziende a rinunciare all'ammortizzatore sociale

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«La condizione generale dello stabilimento è molto migliorata». È Davide Labbrozzi della Fiom-Cgil a dirlo, confermando il buon momento per lo stabilimento sansalvese. La novità più rilevante è che la dirigenza da circa un mese (precisamente il 18 novembre scorso) ha deciso non ricorrere più ai contratti di solidarietà che da due anni tutelavano i livelli occupazionali (circa mille dipendenti). 

«Le produzioni - continua Labbrozzi - sono in leggero miglioramento, tanto che in alcuni piccoli reparti ci hanno chiesto 40 ore settimanali. Il miglioramento è stato possibile perché l'azienda ha investito in tecnologia e nuovi prodotti». 

La seconda realtà industriale più grande del Vastese aveva deciso di ricorrere ai contratti di solidarietà qualche mese dopo la Pilkington. La vicina azienda che produce parabrezza chiese gli ammortizzatori sociali a fine giugno 2012, la Denso a metà novembre con conseguente riduzione dei turni. Dopo due anni, torna a far notizia perché è una delle prime grandi realtà abruzzesi a rinunciare ai contratti di solidarietà.

L'andamento della Denso resta legata al difficile momento dell'automotive, ma la scelta della dirigenza giapponese di lasciare San Salvo al centro del proprio gruppo sta facendo intravedere qualche segnale positivo.
Nel luglio scorso, l'azienda di Piana Sant'Angelo ha intercettato un finanziamento da 49,6 milioni di euro di Invitalia (facente capo al ministero dello Sviluppo economico) che nel breve futuro riverserà nella produzione di nuovi prodotti (leggi): un alternatore dal maggior rendimento e minor impatto ambientale, un motore elettrico idoneo al montaggio su sistemi Stop&Go per il risparmio del carburante e la riduzione delle emissioni nocive in atmosfera e un motorino per tergilunotto dal minor impatto acustico.

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