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Asl Lanciano Vasto: scendono i posti letto

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ALTO VASTESE - Si moltiplicano i commenti in seguito alla recente presentazione del piano di riordino della sanità varato dalla Giunta regionale. Se il documento firmato dall'assessore Mazzocca venisse approvato in via definitiva ''la Asl Lanciano-Vasto verrebbe penalizzata, i posti letto scenderebbero da 3,9 orni mille abitanti a 3,6, una percentuale molto bassa rispetto alle altre Asl della Regione - lancia l'allarme Daniele Leone, operatore sanitario di Celenza sul Trigno - Ciò potrebbe avere effetti negativi sulle strutture private e pubbliche del territorio''. ''Temo che le scelte politiche in materia di sanità abbiano il solo obiettivo di contenere le spese e ridurre gli investimenti, considerando la sanità un costo e non un investimento che soddisfi i bisogni della collettività. - continua l'infermiere - Si dovrebbero impegnare meglio le risorse disponibili, rimuovendo gli sprechi ed eliminando le logiche contabili troppo rigide ed economicistiche, premiando le professionalità e le strutture che operano in alleanza con il malato''. Daniele Leone è un infermiere e offre il suo contributo sulla questione sanitaria facendosi portavoce dei tanti pazienti che ha incontrato negli anni di lavoro presso le strutture sanitarie del territorio. ''Per una sanità regionale che vuole cambiare non è auspicabile una politica di tagli e riduzione di investimenti, al contrario bisognerebbe investire per far riscoprire il senso più vero del ruolo che essa ha nella società. - dice ancora Leone - I politici, gli amministratori e i professionisti devono mettersi in discussione e chiedersi se hanno sempre fatto il proprio dovere riuscendo a soddisfare i bisogni dei malati. I cittadini possono anche giustificare l'aumento delle tasse e l'introduzione del ticket, ma non accetteranno le disorganizzazioni di cui sono spesso vittime, liste d'attesa lunghe, strutture non confortevoli, apparecchiature che non funzionano''. ''L'obbiettivo è quello di liberare gli ospedali dai ricoveri impropri, e di introdurre nuovi modelli di assistenza domiciliare e l'apertura di nuove residenze sanitarie, - conclude l'operatore sanitario - ma soprattutto garantire pari opportunità nell'accesso ai servizi, ciò ridurrebbe il numero di coloro che si rivolgono fuori regione per ricevere cura e assistenza''. Francesco Bottone
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