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Denso, le amare considerazioni di un cassintegrato

redazione
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In merito alla cassa integrazione scattata lo scorso 5 febbraio (per un periodo di tredici settimane) alla Denso di San Salvo, con il provvedimento che interessa poco più di 150 lavoratori, riceviamo e pubblichiamo queste amare considerazioni, arrivate tramite lettera firmata in redazione, da uno degli impiegati cassintegrati. ''Sono uno dei 'fortunati' 29 impiegati interessati dal provvedimento di cassa integrazione, con famiglia a carico (monoreddito) ed un mutuo da pagare. Nel mio caso non ho nemmeno avuto il piacere di ricevere la comunicazione della cassa integrazione tramite telegramma, ma ho dovuto scoprirla nel momento di entrare in ufficio, davanti ad altri colleghi. Come dire, oltre al danno la beffa. E questo per fare cosa? Nel mio ente siamo usciti in due colleghi e nel contempo sono entrate altre persone da diversi enti. Addiruttura, lo stesso giorno è stato presentato ufficialmente il nuovo organigramma aziendale nel quale nessuna delle persone in cassa integrazione è riportata. Anzi, altrettanto prontamente il mio responsabile ha investito alcuni dei nuovi colleghi delle mansioni appartenenti a me ed il mio collega. A questo punto nessuno è i grado di garantirci più niente, l'unica magra consolazione è che ci viene ripetuto da più parti ''non vi preoccupate''. Ah!!! Sapienza dei vecchi che dicevano ''cha a panza piena nin'z crede a la fame''. E' poi che non si sia potuto ripartire in maniera diversa il sacrificio (per esempio con la rotazione anche per gli impiegati o con una cassa più breve)? Ho l'impressione che, invece, siamo innanzi alla solita operazione chirurgica dei giapponesi con il consenso ed il supporto di un Management italiano attento solamente alle proprie necessità. In questi anni nessuno di loro ha dato esempio di economia, anzi dalle ''vecchie e care'' Fiat adesso viaggiano tutti in Mercedes o bei macchinoni. E io pago! Grazie per lo spazio concessomi''.
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