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“Accresci la nostra fede... se aveste fede come questo granellino di senape...”

Commento al vangelo

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XXVII Domenica del Tempo Ordinario C

(Vangelo: Lc 17,5-10)

Il Vangelo di questa XXVII Domenica presenta il tema della fede in Dio e l’atteggiamento da tenere verso di Lui.

Il brano comincia così: “In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!” (Lc 17,5-6). Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. La fede è sempre una comunione con Dio, è riconoscere una Persona (Gesù) a cui affidare tutta la nostra vita. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere sempre di più. Proviamo anche noi a ripeterla ogni giorno: “Signore, accresci in noi la fede!”. E il Signore che cosa ci risponde? Può rispondere così: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe” (v. 6). Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare grandi cose, cose impossibili, impensabili. Ed è proprio vero! Tutti noi conosciamo, sicuramente, persone semplici, umili, ma con una grande fede. Pensiamo, per esempio, alle nostre mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a persone malate, anche gravi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Queste persone, proprio per la loro grande fede, non si vantano di ciò che fanno, anzi, come Gesù nel Vangelo, dicono: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10). Quanta gente tra noi ha questa fede forte, umile, e che fa tanto bene al cuore!

In questo mese di ottobre, che è dedicato in particolare alle missioni, pensiamo a tanti missionari del mondo, che per portare il Vangelo hanno superato tante difficoltà, hanno dato, veramente con il cuore, la vita; come dice S. Paolo a Timoteo nella II Lettura: “Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo” (2 Tm 1,8). Questo però riguarda tutti: ognuno di noi, nella propria vita quotidiana, può dare testimonianza a Cristo, con la forza della fede e con questa forza essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza, con tanta misericordia…e non lasciandoci guidare dalla cattiveria, dal giudizio, dalla critica.

E come attingiamo questa forza? La attingiamo solo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo  a tu per tu con Dio. Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo, anche noi, a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede! L’uomo di fede si fida totalmente di Dio e permette a Dio di manifestare la sua potenza. Allora, non dobbiamo vergognarci della testimonianza da rendere al Signore, ma dobbiamo soffrire insieme a Lui per il Vangelo. Amen.

 

 

 

 

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