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Una ricetta per il Centrodestra

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SAN SALVO - Dalle elezioni in poi il proscenio politico è stato quasi interamente ''occupato'' dal centrosinistra, cosa alquanto comprensibile. La coalizione di Marchese aveva vinto al primo turno, con un risultato plebiscitario ed inaspettato. Poi si era preso a discutere della Giunta e della presidenza del Consiglio, con il marcato dissenso della Federazione di Toro. Quindi la nomina di solo quattro assessori e la definizione di un sofferto accordo. Tutte tappe che ovviamente hanno monopolizzato l'attenzione della pubblica opinione, essenzialmente sugli uomini di centrosinistra. Il centrodestra ha di contro potuto giocare un ruolo solo di sponda alle richieste della federazione di Toro. E non poteva che essere così. Dichiarare il voto a favore del leader dell'I..D.V. e poi votarlo per davvero ha contribuito a mettere con le spalle al muro il futuro Partito democratico, che non ha potuto far altro che ripiegare sullo stesso di Toro. Un ripiego che ancora oggi rende precario il quadro politico a sinistra se è vero, come è vero, che l'unico ''accordo preeelettorale da gentiluomini che prevedeva per ogni gruppo consigliare almeno una presenza in Giunta'' (come riferito dallo stesso sindaco) al momento non è rispettato, per il semplice fatto che non c'è a S. Salvo alcun assessore dipietrista. Ma ora occupiamoci del centrodestra. E' chiaro che esso non potrà limitarsi a fare da sponda agli avversari, altrimenti finirà che a raccogliere saranno altri, secondo il vecchio adagio nenniano ''Noi scuotiamo l'albero ed altri raccolgono i frutti''. Né la C.D.L. nostrana potrà continuare ad aspettare che venga il Messia, visto che gli arrivi messianici precedenti (due dal centrosinistra: Altieri e Spadano e uno da destra: Argirò) non si sono rivelati vincenti. Sarebbe dunque insufficiente pensare il centrodestra possa vincere solo spaccando il centrosinistra, cosa che va si perseguita, ma che non può essere l'unica politica. Gli uomini di Argirò e Spadano, se vogliono vincere, dovrebbero fare alcune cose elementari, ma non siamo certi che le faranno. Primo. L'opposizione viene accusata di non far opposizione o di farla male. In realtà non è proprio così, ma se nell'immaginario collettivo questo passa, qualcosa di vero ci dovrà pur essere. Per esempio: quante e quali sono le delibere o le determine ritirate ? A Vasto sta montando una polemica politico giudiziaria, perché Lapenna ha ritirato un affidamento di cinquecentomila euro, relativamente ai servizi sociali. A S. Salvo, Marchese - da responsabile dei medesimi servizi - di affidamenti ne ha fatti molti, ma non ne ha mai ritirato uno. Perché ? O l'ufficio sansalvese è più bravo di quello vastese o l'opposizione locale è più tenera. In questa legislatura l'opposizione vanta la presenza di un avvocato che già dal primo consiglio ha infastidito il sindaco, cosa che dovrebbe far riflettere. Saprà l'opposizione valorizzare adeguatamente Tiziana Magnacca ? Secondo. Le minoranze vengono accusate di non comunicare bene ciò che succede in consiglio eppure esse hanno Vincenzo Larcinese che è il vero writer del gruppo. Lo investiranno del ruolo di responsabile della comunicazione ? Terzo. A destra quelli che si avvicinano ci restano per lo più in campagna elettorale. Tanto è vero che nel 2002 si erano avvicinati Aldo D'Ascenzo (che è tornato a sinistra), Maria Pia Di Carlo (passata alla Margherita), Mario D'Angelo (che non si è ricandidato) e poi Gianluca Spenza, Dino Cilli, Romeo Di Meco, Felice De Meo, Peppino Carulli e altri, di cui però solo Spenza e De Meo si sono ricandidati. Altri hanno dimostrato di credere nel progetto alternativo: Lisa Talucci, Maria Pia del Duca, Giancarlo Lippis, Elio Vasile, Angelo Di Pierro, Domenico Chiurulli, Clementina De Virgiliis. Costoro continueranno ad impegnarsi oppure per rivederli bisognerà aspettare cinque anni? C'è un solo uomo politico a destra capace valorizzare uomini e donne e si chiama Eugenio Spadano. Gli riuscirà di selezionare tutte queste risorse e a portarne altre ancora? Quarto. Forza Italia ha mangiato i suoi figli. Infatti non esistono più A.N., U.D.C e P.S.I., grazie anche all'eccessiva proliferazione di liste inventate. Argirò sta lavorando per un ''direttivo'' con cui coinvolgere gli esclusi. Perché non fare una vera e propria Giunta Ombra ? Quinto. Gli azzurri locali sono un gruppo di amici e non un gruppo politico, cosa che comporta pregi e difetti. I pregi sono che forse mai si avrebbero le rotture che vi sono a sinistra, i difetti hanno prodotto tutte le sconfitte dal '94 ad oggi con l'unica eccezione della nomina di Argirò ad assessore provinciale. Ma è l'eccezione che conferma la regola, perché fu dovuta sempre all'amicizia (con Stanziale) e non ad un progetto politico vero e proprio. Angiolino Chiacchia (fondatore del partito), Tonino Marcello e Vito Evangelista (ultima generazione del gruppo) - e sarebbe troppo lungo spiegare perché proprio loro tre - hanno il dovere morale e politico di coordinarsi per trasformare l'autoreferenzialità in progetto strategico che potrebbe riportare un sansalvese alla Giunta provinciale ed un altro sansalvese a quella regionale. Sapranno farlo ? Orazio di Stefano
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