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I racconti di Angiolina: Giuseppe Di Stefano: un “mostro di arte e poesia”

Giuseppe Di Stefano un uomo col titolo di vigile capo nel Comune di San Salvo, per mezzo secolo

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Delineare la figura di un uomo così articolato, variegato e polivalente e, sicuramente, dotato di un quoziente intellettuale, al di sopra della media, non è facile, specialmente quando il suo carattere di libero “arbitrio” e di esagerata trasparenza con un’ ottica di severa etica lo hanno reso di eterogenea e discordante “fortuna” intendendo per essa la fama che i letterati  guadagnano dopo la loro produzione.

La sua vita poi non ha pari per qualità e quantità del suo operato, creato con smisurata, illuminata creazione ed incredibile varietà.

Di solito una persona si dedica alla poesia, alla cultura, alla musica, all’arte, all’artigianato ma è veramente “cosa rara”, ed introvabile in essere umano capace, come Di Stefano, di fare alla perfezione e con il tempi da record lavori che ne confermano visibilmente la veridicità (perfino le sculture di marmo).

Un mandolino disegnato e costruito ad arte vera e funzionante come uno Stradivari è una sua opera, visibile, toccabile, ammirevole, emozionante, quando lui stesso è capace di farne vibrare le corde  ad alto livello- senza aver frequentato scuole di musica, ma solo dopo aver scoperto che innato era il suo talento di straordinario autodidatta.

La velocità del pensiero ha sempre superato tutti nel concretizzarla nel “facere” incondizionato  temporale e mentale con sorpresa di chi si sbalordisce perchè non ha la capacità di credere nell’infinito che pur esiste in certe finitezze umane dei veri artisti  che, perciò, lasciano segni indelebili  proiettati oltre la morte e spesso ereditati dalle inerenti generazioni future.

Lo spazio occupato da Di Stefano, dalle sue passioni concretizzate e visibili anche in altri strumenti ed attrezzi da lui creati dal progetto alla rifinitura tecnica ed estetica, da pitture su tela, legno e quant’ altro, utesili, mobili di originale fattura che,però non hanno mai a lui impedito di svolgere i suoi compiti lavorativi, etici e professionali con serietà e compiutezza e nessuno può permettersi di non vedere in lui l’appassionato e fedele consorte della donna che, non a caso, si reputa fortunata perchè amata e rispettata fin dai primi giorni del loro classico e rigoroso fidanzamento.

Padre severo apparentemente, ma sempre premuroso, orgoglioso e vicino ad ogni evenienza e bisogno dei suoi figli.

Nonno meraviglioso che fa luccicare per la gioia gli occhi delle sue nipotine che sono da lui esaudite in ogni loro desiderio e i tanti oggetti di vera preziosità artistica ne sono la conferma.

Il “dovere” è uno dei valori assoluti che ha pilotato la sua esistenza in ogni occasione, in ogni pensiero, in ogni approccio umano anche quando il suo tono  a qualcuno è sembrato  sinonimo di prepotenza o sopruso: difetti che non potevano e non possono assolutamente coabitare con l’animo forte e gentile, ma sopratutto generoso, trasparente e leale come la sua terra d’Abuzzo che ha amato ed amerà sempre ed ovunque.

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