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La bellezza è nel coraggio

Una filosofa come insegnante

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Tra i corridoi del Mattioli in questi giorni c’è stata una notizia che ha suscitato curiosità tra studenti e professori, la professoressa Oriana Guarino si è calata per un giorno nei panni di una scrittrice, ma quanto sappiamo realmente di questa donna? Cosa si nasconde dietro i suoi grandi occhi blu, quasi ammalianti!?

Da sempre amante della scrittura, ma soprattutto delle parole, come scrive nel libro “Gli occhi di Cécile” alla sua matita “Spezzi” che lei designa come una bambola, esordisce nella sua carriera da scrittrice con il libro “E’ l’uomo per me” nel 2008, quindici racconti tragicomici di una single alla ricerca della sua amina gemella, con un leggero sottofondo di amarezza, dato che tra le righe si può facilmente evincere la solitudine di questa donna. Segue a questo grande successo un altro libro “Il bigodino di Rosalba” pubblicato nel 2011, con lo scopo di rendere accessibile a tutti la filosofia, disciplina che ti aiuta tanto a schiarirti quanto a confonderti le idee, beffeggiando e al contempo illustrando filosofi.

Il convegno è stato incentrato maggiormente sul suo ultimo libro autobiografico “Gli occhi di Cécile”, come suggerisce il stesso titolo, un ruolo molto importante è rivestito dallo sguardo, spesso definito lo specchio dell’anima.

“Vi sono persone che, a guardarle, non si direbbe mai che un tempo sono state bambine, per quanto la nostra immaginazione si sforzi, ed è come se fossero nate vecchie perché hanno dimenticato tutto, presto e definitivamente. I loro corpi sono le tombe viventi di ciò che sono state e il loro sguardo è definitivo”.

Una delle peculiarità della bambina protagonista del romanzo è che lei attraverso i suoi occhi riesce solo a vedere la bellezza di ciò che la circonda, caratteristica che conserverà anche da adulta, nonostante le diverse avversità affrontate.

Nel libro emerge molto anche l’animo filosofo della professoressa, già da piccola questo aspetto si faceva strada dentro di lei, come racconta nel libro, fin da una tenera età, sfioravano il suo pensiero domande, domande a cui non riusciva a trovare una risposta e non poteva nemmeno chiederla, sia perché era stata cresciuta in un orfanotrofio dalle suore, sia perché una risposta a quei quesiti non gliela poteva dare nessuno, poiché l’uomo da secoli si pone domande riguardanti l’ontologia, la cosmologia e altri campi senza mai trovare una risposta.

La professoressa è riuscita far mantenere accesi i riflettori su di lei durante tutto il convegno, non solo grazie alle sue note doti di empatia, ma anche grazie al tono leggermente satirico assunto, per trattare di temi rilevanti, con la giusta moderazione.

La riuscita di questo incontro è stata possibile poiché patrocinato dal comune di San Salvo e curato dalle professoresse Alessandra Del Borrello, Giovanna Santangelo ed Emma Sarcinelli.                                                                                                                                                                       L’ultimo scrittore che il Mattioli ospiterà quest’anno scolastico sarà Cristiano Cavina, che presenterà “Inutile tentare imprigionare sogni”.

Foto di Francesco Celauro

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