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L’Autorità: la vita dietro le parole

Anche tu chiamato ad essere Profeta

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Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28)

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 

Questa pagina del Vangelo di Marco presenta Gesù che insegna con autorità, e comanda allo spirito immondo di lasciare libero quel povero uomo.

Gesù si rivela il Profeta di Dio, quel Profeta promesso da Dio al popolo d'Israele ai tempi di Mosè: «Io susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole, ed egli dirà loro quanto gli comanderò» (Dt 18,18).

Gesù non è semplicemente un profeta, ma è ‘Il Profeta’ che porta a compimento tutte le profezie di Dio e le realizza in se stesso.

Gesù che insegna con autorità, a differenza degli scribi e dei dottori della legge che fanno sempre solo riferimento ad altri.

La sua autorità gli proviene dal fatto che Egli è il Figlio di Dio, la Sapienza del Padre; insegna una dottrina nuova e la conferma con i miracoli, come quello di liberare dalla potenza del male. Gesù mette in guardia gli Apostoli, i discepoli e quindi anche noi, dai falsi profeti: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci»; ed insegna come smascherarli: «li riconoscerete dai loro frutti. L'albero cattivo non può dare frutti buoni». (Mt 7, 15-18)

Inoltre, nel brano del Vangelo Gesù ci dà un ulteriore criterio per smascherare i falsi profeti: sono falsi profeti quelli che insegnano una dottrina diversa dalla sua.

Ne consegue che sono veri Profeti di Dio solo quelli che insegnano la dottrina di Gesù. Se vogliamo essere sicuri di seguire Gesù, Profeta di Dio, non dobbiamo fare altro che seguire gli insegnamenti che ci vengono dalla Chiesa, e da quanti il Signore ha posto a dirigere la nostra vita. A loro Gesù assicura: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me, e chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato.» (Lc 10, 16).

Già a Mosè Dio aveva assicurato: «Se qualcuno non ascolterà le mie parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.» (Dt 18,19).

Abbiamo pertanto la sicurezza che siamo nella verità e nel giusto se seguiamo quanto Gesù ci insegna attraverso i suoi rappresentanti.

In questi giorni, il martedì e il giovedì alle 19, in Parrocchia stiamo facendo delle Catechesi per farci riscoprire come il Battesimo ci costituisce portavoce di Dio, banditori del vangelo di Gesù al mondo, attraverso la nostra parola, le nostre opere, attraverso la nostra vita. Quale dignità la nostra, ma quanta responsabilità!

Dobbiamo ricordare che ogni battezzato, e quindi ognuno di noi, è profeta di Dio perché è partecipe dell'ufficio profetico di Cristo Gesù.

Ci incoraggiano, in questo, i Santi che sono a noi vicini, nostri fratelli e sorelle, che altro non hanno fatto se non seguire gli insegnamenti di Gesù con radicalità di vita, e sono diventati per noi veri profeti, saggi maestri e modelli di santità, per la salvezza della gioventù povera e vittima della cattiveria umana.

Papa Francesco, nel suo viaggio nel Perù, ha detto, con commozione, ai bambini di un istituto di accoglienza:

«Siete il tesoro più prezioso di cui dobbiamo prenderci cura», parole che sono state una carezza per i 270 bambini che affollano l’Hogar “El Principito” di Puerto Maldonado, che accoglie e garantisce cure, cibo ed una educazione a bambini abbandonati, orfani, poveri o vittime di violenze fisiche e psicologiche. «So che alcuni di voi a volte sono tristi durante la notte. So che avete nostalgia del papà o della mamma che non c’è, e so anche che ci sono ferite che fanno molto male», ammette il Pontefice. Tuttavia le sofferenze di questi bambini, e la rinascita che ne è seguita, sono «una luce di speranza» per tante altre persone, specie di quell’età, che vivono nell’angoscia. «Voglio ringraziarvi per la vostra testimonianza. Grazie perché siete luce di speranza per tutti noi».

Saremo anche noi, nel nostro piccolo, profeti di Dio per il bene dei giovani, e meno giovani.

Se Cristo non ci affascina, non ci afferra, vuol dire che siamo cristiani semplicemente per motivi anagrafici, perché siamo stati battezzati. Papa Francesco afferma: «La Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione”»; e in nota rimanda a un’omelia di Benedetto XVI: «La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per attrazione: come Cristo attira tutti a sé con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della croce, così la Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore.»

Gesù, nostro unico Maestro e Medico, noi ci affidiamo a te, perché tu ci porti alla Verità del tuo insegnamento nuovo è autorevole e alla guarigione dai nostri egoismi che ci tengono schiavi del nostro io.

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