Si è svolto ieri pomeriggio il primo incontro di formazione per chi è o per chi vuole entrare nel mondo del volontariato presso la sede delle opere parrocchiali San Nicola. L'incontro è iniziato con una presentazione delle opere Caritas della parrocchia di San Nicola da parte di Stefania Ciocca.
Manuela Paparella, relatrice di questo primo appuntamento di formazione, partendo dal passo della Samaritana (Giovanni 4, 1-26) ha mostrato qual’è “l’atteggiamento” del volontario.
“Nella misura in cui ci lasciamo incontrare, possiamo incontrare l’altro.” È come una mamma che per poter allattare il bambino si deve nutrire, altrimenti che latte dà? E così è importante a volte riscoprire il perché, per cosa e per chi lo facciamo altrimenti cadiamo nel peso della fatica.
Nel passo della Samaritana c’è il racconto dell' episodio in cui Gesù lascia la Giudea (la sua terra) e si dirige di nuovo verso la Galilea. “Doveva” (aveva la necessità) perciò attraversare la Samaria (una terra che il suo popolo considerava pagana). A un certo punto giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva (azione del fermarsi e stare) presso un pozzo. Era verso mezzogiorno (un orario in cui era difficile che qualcuno uscisse).
La necessità di Gesù era una necessità di amore, la stessa che dovrebbe provare ogni cristiano nei confronti dell'altro. Se si fa volontariato e non si è in quest'ottica, si entra nella logica dell'efficienza, concetto completamente diverso da quello dell'amore.
C’è chi comincia a fare volontariato dicendo “ho un po’ di tempo libero e mi va di farlo”. Poi, entrando nel mondo dell’incontro di chi è nel bisogno, comincia a dare non più solo il tempo che gli avanza ma anche quello necessario. Gesù in questo episodio non è un supereoe ma un uomo come tutti noi, che ha camminato ed è stanco. In quel momento si siede e si mette in ascolto della Samaritana senza starla a giudicare. L’incontro tra Gesù e la samaritana è un incontro con l' altro che è comunque un estraneo. Non c’è folla. in quel momento batte dei luoghi sconosciuti. Gesù va nei luoghi della quotidianità di questa donna che probabilmente andava a quell’ora proprio perché non c’era nessuno visto che agli occhi del mondo viveva una situazione particolare.
Gesù si siede e quindi anche fisicamente sta in basso e si pone nella prospettiva di chi ha bisogno, quasi come un mendicante. "Le disse Gesù: «Dammi da bere»". È lui che chiede acqua a lei. Gesù e la Samaritana iniziano un dialogo e dove c’è dialogo c’è sincerità e si instaura un’alleanza che conduce all’altro.
E quando chi ha bisogno sente che l'altro lo ascolta comincia a farsi delle domande. Se invece l'altro recepisce una "carità affannosa", si allontana. Gesù non cerca proseliti ma di incontrare l'altro nella gratuità. Il volontario deve saper accogliere l'altro. La carità se vera diventa contagiosa e attira altri a fare lo stesso.
La povertà più grande non è quella della mancanza di cibo e di cose materiali ma dell'assenza di fiducia nei suoi confronti. E la cosa di cui ha più bisogno il povero è proprio questa fiducia riposta in lui e di essere anche semplicemente ascoltato. La Samaritana: "Ho incontrato qualcuno che mi ha ascoltata e mi ha capita".
Il secondo e ultimo incontro di formazione per volontari ci sarà il 24 maggio alle ore 16.30 sempre nella sede delle opere parrocchiali "San Nicola".