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Pit bike, quanto successo negli ultimi anni!

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Nel corso degli ultimi anni, le pit bike si stanno facendo conoscere e apprezzare sempre di più. Anzi, anche i meno giovani hanno imparato ad amarle e a scoprirle: in realtà, non si tratta di alcuna serie di moto speciali, ma sono semplicemente delle moto a tutti gli effetti, ma con dimensioni e proporzioni ovviamente ridotte.

Le pit bike sono nate negli anni Ottanta grazie ad un’intuizione di Honda, ma in realtà il fenomeno è rimasto nel dimenticatoio fino ai primi anni Duemila, quando negli Usa si cominciò a diffondere, fino a sbarcare poi anche nel Vecchio Continente. Ad aumentarne e favorirne la diffusione sono stati senz’altro anche i piloti di Supercross e Moto GP, che hanno iniziato ad usarle per i vari spostamenti all’interno del paddock.

Come sono fatte e informazioni sui motori

Il motore delle pit bike è a quattro tempi, con un cilindro orizzontale e il telaio a culla aperto. Uno dei modelli di queste minimoto che si sono diffusi di più nell’ultimo periodo è senz’altro la pit bike 150 su Mobsterpitbike. In ogni caso, i propulsori sono compresi tra 125 e 180 cc, con una frizione a bagno d’olio e il cambio a quattro marce manuale, anche se si stanno diffondendo sul mercato pure modelli con cambio automatico o semi-automatico.

Interessante mettere in evidenza anche l’importanza degli pneumatici: per le pit bike da motard si punta su gomme da 12 pollici: discorso diverso per i modelli da cross, che invece montanoall’anteriore gomme da 14”. Le gomme sono la componente fondamentale soprattutto per quanto riguarda le prestazioni su pista. Sono principalmente tre i marchi di pneumatici che dominano in questo settore, ovvero Dunlop, Sawa e PMT.

Dunlop, fino a qualche tempo, è stato il marchio più apprezzato, dal momento che le sue gomme TT92 GP garantivano un ottimo grip, anche se con un problema che ha cominciato a farsi sempre più ingombrante, ovvero la resa chilometrica. Quest’ultima, infatti, non è altrettanto buona come il grip ed ecco che gli indicatori di usura cominciano ad apparire già in seguito a qualche giornata passata a correre su pista.

Il marchio preferito in questi ultimi tempi è senz’altro la PMT, l’ultimo marchio a sbarcare in questo settore. La produzione di slick delle PMT ha fatto centro tra i piloti professionisti, visto che possono sfruttare un rendimento molto alto con entrambe le mescole proposte, ovvero quella media e quella morbida. Se l’usura risulta essere piuttosto precoce, è altrettanto che il grip di tali pneumatici è veramente pazzesco.

Come si guidano le pit bike?

Visto che si tratta di moto da motard oppure da cross a tutti gli effetti, è abbastanza facile intuire come debbano essere guidate all’interno di tracciati appositamente sviluppati e realizzati appositamente per questo tipo di mezzi a due ruote. Serve avere l’abbigliamento corretto, inoltre, senza dimenticare ovviamente lo spazio per poter effettuare tutte le manovre del caso.

In realtà, però, per quanto riguarda lo stile di guida vero e proprio, è bene mettere in evidenza come non cambi poi così tanto in confronto alle moto da cross piuttosto che alle moto da motard. Infatti, le sensazioni che si provano alla guida restano identiche, ma è fondamentale divertirsi, come detto in precedenza, su dei tracciati che abbiano le dimensioni corrette, ovvero meno lunghi e meno rapidi in confronto a quelli normali.

Per quanto concerne la guida motard, il piede o il ginocchio vanno sempre a terra. Nel caso in cui, invece, si dovesse optare per la guida sullo sterrato, è sufficiente provvedere alla sostituzione del cerchio anteriore, al montaggio delle gomme da cross e, inevitabilmente, pure al ricambio dell’abbigliamento, scegliendone uno più adatto.

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