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Calendario venatorio 2005-2006.

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La Giunta Regionale, con una delibera datata 18 luglio, ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2005-2006, particolarmente atteso dai cacciatori abruzzesi. Le preoccupazioni delle associazioni venatorie erano motivate dal fatto che si trattava del primo calendario venatorio approntato dalla nuova Giunta di centrosinistra, che in materia ha posizioni sicuramente più rigide dei colleghi del centrodestra, non fosse altro che per la presenza dei Verdi nella coalizione. Restano immutate ovviamente le linee generali, quelle riguardanti cioè le sole tre giornate di caccia durante la settimana, i due giorni di silenzio venatorio il martedì e venerdì, e il carniere giornaliero: ''due capi di selvaggina stanziale, di cui una sola lepre, e quindici capi di selvaggina migratoria, di cui al massimo cinque colombacci, cinque tra palmipedi e trampolieri e tre beccacce'' e un solo cinghiale. Dalla lettura del calendario tuttavia si nota qualche differenza rispetto al passato. La nuova stagione venatoria avrà inizio domenica 18 settembre e si concluderà il 30 gennaio 2006, dunque rispetto allo scorso anno si è avuta una riduzione del numero delle giornate disponibili di circa due settimane. Altra interessante novità consiste nella giornata di pre-apertura, prevista unicamente per domenica 4 settembre, durante la quale però sarà possibile esclusivamente il prelievo venatorio della tortora (streptopelia turtur) con la tecnica dell'appostamento temporaneo, quindi senza l'utilizzo del cane. Ovviamente il calendario elenca in dettaglio i vari periodi consentiti per ciascuna specie cacciabile e quasi tutti appaiono ridotti di circa quindici giorni. Una novità sicuramente apprezzata dai cacciatori è che la caccia al cinghiale, pur essendo stata leggermente ridimensionata per quanto riguarda la durata, sarà possibile fino all'8 gennaio 2006. Le associazioni venatorie reputano il mese di settembre non adatto alle battute al grande ungulato, per via delle particolari condizioni climatiche. In settembre infatti, il caldo è ancora forte, e il terreno che si presenta secco e indurito rende particolarmente difficile l'individuazione delle orme. Inoltre, in caso di abbattimento di un selvatico, per via delle temperature elevate, le carcasse attirano rapidamente fastidiosi sciami di insetti. Da sempre i cacciatori più esperti e avveduti hanno chiesto di far slittare la caccia al cinghiale più sui mesi invernali, magari prolungandola a tutto gennaio, anche in considerazione del fatto che in settembre le scrofe sono ancora accompagnate dai cuccioli nati in estate. Una richiesta parzialmente esaudita dal nuovo calendario, che va a compensare la riduzione delle giornate complessive di caccia.
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