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La lettera di Antonio Di Petta al presidente del consiglio Giuseppe Conte

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Egregio sig. Conte

Anche se so con assoluta certezza che quello che scriverò non avrà nessun effetto, spero che qualcuno vicino a lei le riferisca questo messaggio. Gestisco un'azienda di accessori moda che ha anche una catena di oltre 100 punti vendita. Ci ha obbligati a chiudere per decreto e ci siamo diligentemente adeguati perché la salute viene prima di tutto. Ma non ha agito da buon padre di famiglia e ha fatto e continua a fare una cosa iniqua. Ci ha bloccato i ricavi ma non i costi. Le sembra giusto????? A me no. È un mese esatto che ho i punti vendita chiusi, dovendo comunque pagare affitti per incassi non ricevuti, bollette, rate di mutuo, tasse, stipendi, contributi. E in cambio ora sta chiedendo di INDEBITARMI per ripartire. Non voglio indebitarmi perché un prestito, anche se a costo zero, va restituito. Voglio indebitarmi per un investimento che produce reddito, non per pagare spese correnti derivanti da una chiusura forzata. Più debiti significa più peso per il futuro. Se vuole agire come un BUON GOVERNO, le chiedo che le SPESE VIVE sostenute nel periodo di chiusura vengano rimborsate a FONDO PERDUTO. " Grazie per averci dato il colpo di grazia Un imprenditore

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