Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

AVVIATO IL PRIMO IMPIANTO PER IL RICICLO DELLE ACQUE INDUSTRIALI ALLA PILKINGTON

redazione
Condividi su:
La Pilkington usa ingenti volumi di acque industriali per il raffreddamento degli impianti e il lavaggio dei vetri nelle varie fasi di lavorazione. Lo si capisce anche dall'esterno vedendo i tre imponenti serbatoi pensili, divenuti ormai il simbolo dello stabilimento. L'acqua usata è quella del fiume Trigno, fornita dal Consorzio Industriale tramite i suoi impianti di trattamento in Piana Sant'Angelo, ad una portata di circa 350 m3/ora che nel periodo estivo può arrivare a superare i 450 m3/ora. Nell'ambito dei suoi progetti per l'ambiente la Pilkington ha deciso di avviare un progetto per riciclare le acque industriali che attualmente vengono inviate alla fogna. ''I vantaggi provenienti da questo progetto sono almeno due'', spiega Ciro Pirone direttore Risorse Umane, Ambiente e Sicurezza . ''Innanzitutto diamo una mano per risolvere il problema della carenza idrica della nostra zona, specialmente durante l'estate. Poi riduciamo i nostri costi, perché riutilizzando l'acqua già trattata, acquistiamo minori quantitativi di nuova acqua (passeremo infatti dagli attuali 350 m3/ora a circa 80 m3/ora), smaltiamo minori quantitativi di acqua alla fogna, non dovendo così pagare i relativi costi esterni di depurazione. Questo non significa che non spendiamo nulla - aggiunge Pirone - perché per il riciclo dell'acqua già usata in stabilimento abbiamo bisogno di impianti ad ''osmosi inversa'' e notevoli investimenti in tal senso''. Per capire più in dettaglio il nuovo sistema di riciclo, bisogna spiegare alcuni aspetti tecnici. L'acqua che arriva in Pilkington dagli impianti del Consorzio non può essere immessa nella rete di stabilimento perché ha variazioni stagionali direttamente connesse alla qualità del fiume Trigno. L'acqua è più dura durante lo scioglimento delle nevi; ha una maggiore concentrazione di organico (causato da erba secca, foglie, ecc.) in altri periodi dell'anno. Questa variabilità ha portato lo Stabilimento a noleggiare impianti ad ''osmosi inversa'', che provvedono ad una sorta di distillazione, rendendo l'acqua compatibile agli impianti per la lavorazione del vetro, in qualsiasi periodo dell'anno. Il nuovo progetto prevede ora di impiegare queste apparecchiature anche per depurare le acque in uscita già utilizzate dagli impianti. Il processo di ''osmosi inversa'', è lo stesso usato per dissalare l'acqua marina, riducendo quasi a zero l'uso di solventi chimici utilizzati fino ad oggi nel processo di demineralizzazione dell'acqua. Trattandosi di un lavoro specialistico la Pilkington ha deciso di affidare ad una ditta specializzata la gestione dell'intero processo (compresa la fornitura dei suddetti impianti) per un periodo di 10 anni con un canone annuale di oltre 1 milione di euro. Trascorso tale periodo gli impianti divengono di proprietà Pilkington. Considerando i costi attuali il risparmio è notevole, di circa il 40% all'anno. La Pilkington dal 1999 ha la certificazione ambientale ISO 14001, ogni anno sviluppa progetti per migliorare l'ambiente. In passato ci sono stati altri progetti con ''filtropressa'' che hanno permesso buoni recuperi di acqua dai fanghi di lavorazione che venivano versati in fogna. ''Oggi con il progetto ad ''osmosi inversa'' il risultato sarà nettamente superiore - sottolinea l'energy manager Antonio D'Errico - e si elimineranno anche tutti i vecchi sistemi di demineralizzazione dell'acqua che si basano sui reagenti chimici e provocano quindi anche scarti inquinanti''. ''Sarà importante creare una nuova coscienza nelle persone che operano nei reparti - aggiunge Gianluca Aquilano, site enviromental manager - per evitare che durante le lavorazioni vengano immesse altre sostanze che vanno a danneggiare pesantemente la possibilità di recupero''.
Condividi su:

Seguici su Facebook