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Comunità montana: il Consiglio vota contro la soppressione dell'ente, ma per i cittadini è un inutile carrozzone

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TORREBRUNA - Un 'no' deciso alla soppressione della Comunità montana Alto Vastese, adottato all'unanimità dal Consiglio dell'ente, arriva da Torrebruna. I rappresentanti dei comuni montani, riuniti in assise nei giorni scorsi, hanno esaminato la legge, sia la normativa nazionale che quella regionale, che prevede il riordino degli enti montani. Il presidente Luciano Piluso si è fatto carico di spiegare ai colleghi il 'rischio' che corre l'Alto Vastese a causa di alcune modifiche apportate dalla Giunta regionale alla normativa nazionale. La legge quadro prevede infatti un riordino, che sarà una riduzione degli enti montani, sulla base del solo requisito altimetrico. Non è più tollerabile che comuni situati sul mare facciano parte di Comunità montane. A questo parametro basato sull'altitudine pare che gli illuminati amministratori abruzzesi, dall'Emiciclo, abbiano introdotto un'altra condizione, quella dei diecimila abitanti, come requisito per la permanenza in vita dell'ente. L'Alto Vastese non raggiunge il 'tetto' dei diecimila residenti, dunque un eventuale riordino favorirebbe la Comunità montana di Gissi, più popolosa, anche se collocata più in basso a livello altimetrico. Dopo un intenso dibattito, con molti consiglieri intervenuti, il Consiglio dell'ente ha deciso, all'unanimità, di adottare un documento da inviare all'attenzione del Consiglio regionale, con il quale chiedere l'applicazione del solo parametro indicato nella normativa nazionale. Contestualmente l'ente montano ha inteso proporre alla Regione di considerate, prima di qualsiasi decisione, i livelli di marginalità che interessano i comuni facenti parte l'Alto Vastese. Interessante registrare come degli amministratori locali, cioŠ dei sindaci, facciano perno su una situazione di marginalità, spopolamento e di arretratezza che, avendo amministrato anche per lungo corso, hanno in qualche modo contribuito a determinare. In sostanza si utilizza come punto di forza, nella partita con L'Aquila e con la Medio Vastese, una situazione di oggettiva debolezza e debolezza 'colposa', perché conseguenza della miope politica dei vari amministratori 'a vita'. ''Siamo piccoli e poveri, non potete sopprimerci'', potrebbe essere questa la parafrasi delle richieste dell'Alto Vastese. Un ragionamento che potrebbe anche essere accettabile e condiviso, se non fosse che l'ente montano è considerato, dai cittadini, del tutto inutile, funzionale soltanto alla cosiddetta 'classe dirigente' per spartirsi poltrone e cariche, a partire da quella presidenziale ancora saldamente in mano, e sembra davvero incredibile, ad un partito, quello socialista, praticamente scomparso dallo scacchiere poltico abruzzese. Il tutto con il placet, ancor meno comprensibile, del Pd, partito leader della coalizione, che tuttavia accetta supinamete il diktat di qualcuno per chissà quali equilibri e accordi elettorali. Se la Comunità montana Alto Vastese dovesse essere cancellata, soppressa, in realtà alle popolazioni dell'entroterra non importerebbe nulla. Probabilmente non se ne accorgerebbero nemmeno, tanto è 'impalpabile' l'attività amministrativa dell'ente. Gli unici ad essere seriamente preoccupati sono, guarda caso, il presidente e i consiglieri dell'ente, anche quelli che almeno formalmente sono in minoranza. E il voto unanime dei giorni scorsi conferma questa ipotesi. http://francescobottone.splinder.com/
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