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Un vuoto da colmare

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Il nostro tempo rappresenta il capolinea della visione occidentale che il suo predominio culturale (o pseudo tale) ha cercato di far diventare regola globale.

Nel nostro tempo emergono e deflagrano le contraddizioni che il sistema sociale che domina le nostre società ha reso insostenibili. Emergono disuguaglianze non più colmabili, e quello che le nostre società promettevano come possibile si è rivelato impossibile. L'ascensore sociale 'come il buon Mazzaferro scrive'
ormai non sale più, al massimo scende.

Ma il tramonto dell'occidente è un processo iniziato da decenni, e che ora è solo più evidente. Alla fine dell'800 un filosofo controverso come Friedrich Nietzsche introduceva il concetto di nichilismo e lo argomentava con 'la morte di Dio' ritenuto perno di ogni valore e di ogni legge morale nella cultura delle nostre comunità.

La scomparsa di quella radice giudaico cristiana nella bussola delle società europee e quindi occidentali privava le stesse di regole e visione che per secoli avevano guidato il nostro continente. Quel lutto che, evidentemente, in pochi scorgevano e che a molti forse non dispiaceva ha portato quelle società alla ricerca di nuovi assetti, nuovi sistemi a cui aggrapparsi e in cui credere, abituate com'erano a regole rigide e chiare. Sappiamo tutti cosa è successo nei primi 50 anni del novecento e che prezzo soprattutto l'Europa ha dovuto pagare.

Gli anni successivi hanno rappresentato quello che è stato il conflitto ideologico tra due distinti modi di immaginare e progettare una società fuoriuscita dal conflitto mondiale. Da un lato quello ortodosso di tipo comunista rappresentato dall'unione sovietica e dall'altro quello capitalista di stampo anglosassone-statunitense.

Dal canto suo la vecchia Europa compressa anche fisicamente tra i due colossi si è distinta con modelli di social-domocrazia che hanno coniugato per quanto possibile le due visioni disegnando società che potessero creare il migliore equilibrio tra le varie pulsioni che emergevano. Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Con l'implosione del sistema sovietico si completa un cerchio che creerà quel vuoto ideologico che ancora oggi ci lascia senza certezze e con poche speranze.
Passa l'idea che solo il sistema di mercato di tipo capitalista sia capace di assicurare benessere e progresso, uguaglianza e pace sociale. Nel mentre, al crollo del muro di Berlino, in Italia si abbatte la stagione di tangentopoli che rade al suolo un intero sistema di governo e tutto quello che indiscriminatamente rappresentava senza se e senza ma. La necessità di cambiamento si traduce in un assalto ostinato ed insensato che crea un vuoto a tutti i livelli all'interno del sistema politico istituzionale italiano.

Ma cosa manca allora alla nostra società?

Dal mio punto di vista il sistema di mercato per il quale la sola bussola è il profitto non può garantire uguaglianza e pace sociale. Manca l'alternativa, mancano perciò nuovi modelli di società e nuove ideologie. L'Ideologia sociologicamente è il complesso di credenze e valori che orientano un gruppo sociale. Nella pratica politica e comune sono il complesso di presupposti teorici e ideali che rappresentano il fine di un programma. In definitiva quel che manca è la visione d'insieme. Manca la capacità di vedere, di progettare e di immaginare il futuro delle nostre comunità. La costruzione di qualsiasi idea passa attraverso un progetto. Un progetto dove tutte le componenti siano sinergiche e funzionali alla realizzazione ed al funzionamento della struttura.

Per le società, intese come comunità di persone, vale lo stesso discorso. Sono anni che non sentiamo parlare di idea di società. Le nostre comunità sono ormai intrise di ipocrisie ed egoismi perchè mancano di prospettiva. Quindi io non penso che 'se la politica ed i partiti sono orfani di ideologie è necessario che cambino paradigma e trovino nuovi punti di riferimento nella società civile', perchè 'la libera iniziativa di cittadini che si costituiscono in forma associativa, spesso supplisce alle carenze del sistema politico' non riporta che al punto di partenza, che è quello di rispondere alle criticità momentanee senza dare risposte sul lungo termine non avendo l'idea complessiva del sistema.

Potremmo persino dire che senza ideologie sono gli stessi partiti a non avere punti di riferimento e regole da rispettare non avendo più scopo e progetto da proporre. La politica, che Platone definiva tecnica regia, e di conseguenza i partiti hanno però l'obbligo imprescindibile di fornire risposte e visione per il futuro.

Il passaggio è difficile e non esente da incubi ritornanti (nostalgia di sicurezza, pessimismo, perdita di orientamento), ma senza molte alternative.
Il primo punto su cui cominciare a ragionare è rimettere al centro del percorso l'INDIVIDUO. L'individuo inteso come uomini e donne, inteso come persone a cui assicurare certezze e stabilità. Non possiamo più pensare che l'unico metodo di comparazione sociale sia la ricchezza economica che non diventa un mezzo per soddisfare bisogni o produrre beni ma il fine ultimo a cui aggrapparsi.

Non possiamo più permetterci disuguaglianze economiche che a lungo termine impoveriscono culturalmente tutte le società che non le combattono duramente portandoci a conseguenti crisi che vanno oltre quelle che abbiamo avuto modo di attraversare ma verso altre che per nostra fortuna non abbiamo visto. Non possiamo non prescindere dal perseguire la felicità della nostra società, della nostra generazione e di quelle che verrano.
Solo società felici, come famiglie felici, crescono e prosperano nella maniera giusta. Tutto ciò deve essere legato a uno sviluppo ambientalmente sostenibile e lontano da logiche di solo profitto. Non è quello che può sempre guidare le nostre scelte, soprattutto di chi le scelte le deve fare per tutti.

Il rigore è prerequisito indispensabile per rendere moderno un paese e disegnarne il futuro. Allo stesso tempo credo che l'unica ideologia che possa ancora essere applicata e perseguita è quella di un moderno Socialismo..
L'idea di ordine sociale basato su uguaglianza di diritti nel rispetto delle differenze rappresenta la sola via percorribile anche dopo oltre 130 anni dalla sua concezione. L'equità sociale, la certezza del diritto e la chiarezza dei doveri rende gli individui liberi e sicuri per il presente ed il futuro. Dobbiamo trasformare il futuro in una promessa e non in una minaccia come per alcuni versi sembra accaduto Abbiamo bisogno di una nuove energie ed entusiasmi per una stagione progettuale che non può più essere rimandata. Inculcare nelle nostre società nuove certezze è l'obbligo che la politica ha nei confronti delle comunità che
rappresenta, tutela e guida. 

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