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Un piano di contenimento per i cinghiali. La proposta di D'Amico

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CINGHIALI in sovrannumero, è questa una delle emergenze da affrontare nella valle del Trigno, per la quale il capogruppo del Pd in Provincia di Chieti, Camillo D'Amico, ha indirizzato una lettera di sollecito al presidente Di Giuseppantonio e ai vertici degli Atc, chiedendo un "piano di contenimento" della specie. "La mia iniziativa, - spiega D'Amico - è una ulteriore sollecitazione ai presidenti degli Ambiti territoriali di caccia a mettere in atto azioni concrete per drenare l'alto numero di cinghiali che, oltre ai danni all'agricoltura, stanno diventando un pericolo per le cose e le persone". "Gli Atc, - continua il consigliere provinciale - hanno il dovere di agire perch‚ hanno ottenuto dalla regione Abruzzo ciò che volevano, ossia poter pianficare autonomamente la gestione ed il prelievo del cinghiale contravvenendo a quanto stabilito negli anni precedenti quando era la Provincia a programmarlo". La richiesta di D'Amico è dunque un vero e proprio "piano di contenimento" della specie cinghiale nei comuni del Trigno. Si legge nella lettera indirizzata ai presidenti degli Atc e alla Provincia: "Il recente calendario venatorio delega l'organizzazione per il prelievo del cinghiale agli Atc. Questa disposizione è il chiaro assecondamento di una precisa richiesta elevata da tempo dagli Atc che, a mio avviso, potevano comunque pianificare un contenimento numerico della specie, nel proprio territorio di competenza. Le conseguenze della elevata ed innaturale popolazione di ungulati ha arrecato, ed arreca, ingenti danni alle produzioni agricole oltre che rappresentare una chiara minaccia a cose e persone. Rimarcando che l'esercizio della caccia rimane una passione sportiva mentre l'attività agricola è una professione, la presente non solo per conoscere quanti e quali piani di contenimento abbiate ipotizzato, ma anche per sollecitavi a farlo con solerzia perché la crescita delle istanze di risarcimento per danni materiali subìti è in costante aumento. Avete contestato in maniera violenta il merito ed i contenuti del regolamento provinciale, - continua la nota di Camillo D'Amico - per il quale avete anche inoltrato un ricorso urgente al Tar, onde ottenerne la sospensiva che non è stata concessa perché non sussistevano i fondamenti giuridici, sottacendo colpevolmente il fatto che al primo anno di attuazione una verifica è prevista e che, laddove si palesassero incongruenze, l'organismo deputato alla modifica, che è il Consiglio provinciale, potrebbe apportare tutte le variazioni utili e necessarie. Ritengo non più rinviabile una vostra decisione, perché non esistono più alibi; siete stati assecondati da coloro che avete palesemente sostenuto nella recente tornata elettorale, ma ora avete l'obbligo di agire".
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