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Le regole del gioco nell'assistenza pediatrica - I pediatri di San Salvo replicano alla lettera pubblicata il 20/11/2009

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Le regole del gioco nell'assistenza pediatrica Riteniamo importante rispondere all'artico pubblicato dal vostro giornale sul web (link in basso) per far chiarezza su quelle che sono le regole che bisogna conoscere prima di poter giudicare l'attività dei pediatri. Esse derivano da una legge dello stato, l'accordo collettivo nazionale, e dagli accordi regionali. Tali istituti normano chiaramente gli orari, le aperture giornaliere degli studi, le regole per le domiciliari, le sostituzioni, indicano chiaramente come il pediatra non deve assolvere nessun obbligo di reperibiltà al di fuori dell'orario di ambulatorio, e le possibilità di ferie per il riposo, la malattia, l'aggiornamento scientifico. Senza la conoscenza di esse rimane difficile pensare di poter giudicare serenamente l'operato di chi quotidianamente si occupa della salute dei bambini e degli adolescenti. Nonostante le regole a cui ci si potrebbe senz’altro appellare, tuttavia, cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei nostri pazienti non rimanendo rigidi nella osservazione delle stesse. Per cercare di offrire la maggior copertura abbiamo deciso, infatti, di aderire a quella che si chiama la “pediatria in associazione” ed alla “continuità assistenziale”: ciò significa che gli studi devono essere aperti in maniera coordinata, tra gli aderenti, per cinque ore al giorno e fino ad otto ore giornaliere con l'adesione alla continuità assistenziale. Come si capisce, questi istituti, tendono ad assicurare la possibiltà di avere uno studio pediatrico sempre disponibile durante le fasce orarie segnalate. Gli orari sono scritti all'esterno di ogni studio, quindi sembra intuitivo che la conoscenza di essi debba essere a carico dell'utente, indipendentemente se poi si scelga o no di usufruire di questo servizio. Non vogliamo parlare delle ferie, delle malattie e degli aggiornamenti scientifici che sono, riteniamo, un diritto acclarato per ogni lavoratore. Sulle domiciliari, il discorso sarebbe lungo, per cui riferiamo solamente che esse sono un evento in cui è demendato al pediatria l'utilità o no delle stesse “vista l'intrasportabilità del paziente”, e che è unanimamente riconosciuto nel modo scientifico che la febbre non è un valido motivo per l'intrasportabilità, del resto il sabato e la domenica ed anche di notte i bambini di qualunque età vengono portati spesso al pronto soccorso anche con temperature febbrili elevate. Per concludere, vorremmo ricordare, che al durante l'epidemia influenzale che abbiamo attraversato siamo stati lasciati da soli a fronteggiare sul territorio le conseguenze non solo dell'impatto epidemiologico della malattia, ma anche di quello mediatico, ed il nostro impegno ad assicurare le giuste cure ed attenzioni ai nostri bambini e genitori è stato profuso spesso senza guardare agli orari ed ai carichi di visite, telefonate, domiciliari, vaccinazione e certificati. Tutto ciò in un momento particolarmente delicato per la nostra categoria, in quanto, per le note vicissitudini politico economiche della sanità della nostra regione per molte prestazioni, quali ad esempio il prolungamento degli orari degli ambulatori non vengono più al momento riconosciuti per cui abbiamo lavorato senza neanche il riscontro economico, ma solo per l'onestà ed il rigore morale che ci lega alla nostra professione ed a voi che ci avete scelto per la cura dei vostri figli.

I pediatri di San Salvo

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