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Agnone e l'Alto Molise vogliono tornare con la Regione Abruzzo

Dopo i progressivi tagli ai servizi sulle montagne al confine si respira aria di secessione

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AGNONE e l’ alto Molise in rivolta, vogliono tornare con la Regione Abruzzo. Alla luce di quanto sta accadendo in merito al riordino della sanità pubblica, la domanda più ricorrente fatta nei bar, negli esercizi commerciali e in ogni angolo della cittadina è una sola: che ne sarà di quest’area? Così di ora in ora prende piede una vecchia idea: tornare con la Regione Abruzzo. Un vecchio chiodo fisso delle popolazioni altomolisane che si sentono continuamente bistrattate dalla Regione Molise. Non ultimo il caso che interessa l’ospedale 'San Francesco Caracciolo'. Struttura ospedaliera di frontiera che dal primo gennaio del 2011, oltre a perdere il punto nascita, verrà riconvertita in un grande ospizio, come lo definiscono i componenti del gruppo Il Cittadino c’è, promotori di due manifestazione e una petizione contro i paventati ’tagli’. D’altronde le paorle del sub commissario Isabella Mastrobuono, recitate martedì mattina davanti ai medici del Caracciolo, rieceggiano in tutta la loro gravità. Niente più posti letti ordinari per Chirurgia, tutte le urgenze da trasferire ad Isernia, con il Punto nascita scompare anche la Pediatria, i primari una volta che andranno in pensione non saranno rimpiazzati. Restererebbero 40 posti letto per la Residenza sanitaria per anziani, dieci per la Medicina, uno per l’Otorino e la Reumatologia, otto per la Lungodezenza, quattro per la Ginecologia e in più verrà garantita un’assistenza (tutta da verificare) sul territorio con un potenziamento degli ambulatori. Non c’è che dire! Il Caracciolo, a detta della Mastobuono, prenderà le sembianze di un poliambulatorio. Si tratterebbe dell’ennesimo ’scippo’ dopo tanti altri perpetrati nel corso degli anni. Inevitabili le conseguenze che si ripercuoterebbero sull’intera economia, sul mercato immobiliare e quant’altro. Di fronte ad uno scenario del genere la popolazione insorge e si dice pronta alla rivolta. O meglio in molti si dicono disposti a lasciare una volta per tutte una Regione ingrata capace di ricordarsi di Agnone e del suo territorio solo ed esclusivamnete in tempo di elezioni. La conferma giunge da Facebook dove sono centinaia le adesioni per tornare a far parte dell’Abruzzo. "Ci siamo stancati di vedere le nostre zone morire per permettere alla classe politica di salvaguardare poche città come Campobasso, Isernia, Termoli, Venafro e i loro interessi", commenta il popolo del web. Emblematico il post lasciato da un cittadino. "E’ appena il caso di chiedersi: se Agnone stesse in provincia di Chieti e non facesse parte di una regioncella di 300.000 abitanti che ha 7 ospedali, rischierebbe la chiusura come ora? E’ chiaro che nessuno sopporterebbe che nel quartiere Prati di Roma sussitessero 7 ospedali. E il quartiere Prati ha più abitanti della Regione Molise. L’Abruzzo-Molise ne avrebbe 1.600.000. Forse sarebbe un’altra storia... Nella Provincia di Chieti, Agnone sarebbe l’ospedale montano dell’entroterra, il corrispettivo di Vasto sulla costa". A riguardo, inoltre, c’è da rimarcare la presa di posizione dell’associazione 'Alto Molise Libero', che sta trovando numerose adesioni anche da parte di amministratori del posto e che tra gli obiettivi si pone di chiedere alla Regione investimenti per l’intera area di 200 milioni di euro. A breve l’associazione uscirà allo scoperto e invierà nelle stanze del potere di Campobasso un dettagliato dossier per tagliare sprechi che devono essere investiti per le aree interne. Insomma, da quanto si evince, il popolo altomolisano non sarebbe più diposto a fare la parte dell’agnello sacrificale, come avvenuto fino ad oggi.
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