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PIANO STRATEGICO DELLA MACROAREA SAN SALVO-VASTO, I DUBBI DEL SINDACO DI CUPELLO ANGELO POLLUTRI

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Intervento del Sindaco di Cupello sul Piano Strategico della Macroarea San Salvo-Vasto "Intervengo in qualità di Sindaco del Comune di Cupello, che all’origine fu tirato dentro il Piano Strategico e poi abbandonato; un Comune che ha la superficie territoriale più estesa del comprensorio; Lo stesso Comune risulta determinante nei piani strategici solo quando vengono pomposamente presentati alla stampa con l’avvicinarsi delle campagne elettorali delle città più grandi del comprensorio vastese; poi puntualmente abbandonati in un ruolo di subalternità perché le decisioni vengono prese sempre altrove. Il piano strategico della Macroarea San Salvo-Vasto è nato male e cresce peggio, almeno da ciò che si è potuto “appurare” dagli organi di stampa. I cittadini del territorio vastese hanno ormai le scatole piene di promesse programmatiche mai mantenute, e sono ormai stufi di vivere in un territorio strutturalmente debole e la stessa debolezza viene rafforzata generando un doppio motore consistente nel dividere i 120 mila abitanti dello stesso comprensorio generando due tipologie di cittadinanze; quelli della montagna e quelli del mare. Il piano dice cose vecchie e non asseconda le vicende legislative, organizzative, in merito alla sussidiarietà e solidarietà che tanto si predica e poco si pratica. Che risposte dà il piano a circa 60 mila abitanti orfani dalla sera alla mattina delle Comunità Montane che rappresentavano un filtro organizzativo per la salvaguardia delle Socialità e delle Municipalità? Che risposta si dà al resto dei 60 mila abitanti del vastese, se tutti gli assi strategici ed i relativi interventi sono concentrati sul 20% di superficie territoriale lasciando scoperto l’80% del territorio? Qual è il giunto cardanico che mette in movimento e in rapporto i due pezzi di territorio, uno sempre prepotentemente più forte e poco solidale e l’altro vittima dell’isolamento ormai storico e consolidato con tali atteggiamenti? Qual è la risposta ai giovani dell’altro pezzo di territorio che ha la “sfiga” di vivere fuori dalla “strategica Macroarea” in riferimento alla disoccupazione, alla scolarizzazione Europea, alla pratica delle attività sportive, ai servizi sociali e solidali? Qual è il rispetto che, il piano così come “appurato”, ha per le vocazioni storiche ed ambientali del resto dei 28 fratelli minori del comprensorio vastese? Potrei andare avanti all’infinito, mi fermo per significative ragioni di spazio e consiglio ai miei colleghi Sindaci della “macroarea” di farsi spingere dal resto del territorio per addivenire forse alle stesse soluzioni in maniera più coinvolgente in quanto vi è necessità, in questo momento, di lavorare per generare soluzioni immediate ai problemi reali delle cittadinanze del vastese, quali sono l’occupazione, il rilancio dell’imprenditoria giovanile, il commercio senza monopoli, i servizi senza monopoli, la voglia, insomma di essere finalmente e consapevolmente TERRITORIO.
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