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CONVEGNO A LANCIANO SUL RAPPORTO TRA RISORSE UMANE E SVILUPPO ECONOMICO

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L’Associazione culturale “DA/A LANCIANO E DINTORNI” Venerdì 30 luglio terrà a Lanciano un convegno sulle difficoltà di crescere della regione Abruzzo, partendo dall’analisi che le prospettive di sviluppo e di occupazione sono piuttosto deboli, tanto da impoverire progressivamente il territorio delle risorse umane che potrebbero e dovrebbero invece contribuire al suo sviluppo. Infatti, dal 1996 al 2007 il reddito pro-capite regionale si è ridotto rispetto a quello medio nazionale (passando dall’86 all’82 per cento circa) ed europeo (dal 98 all’86 per cento della media UE a 27 membri). Produttività scarsa e in declino, ridotto tasso di occupazione, insufficiente finanziamento e utilizzo dell’innovazione tra le cause che hanno limitato la capacità di competere del nostro sistema produttivo sui nuovi teatri nazionali ed internazionali. L’iniziativa, che vedrà il coinvolgimento dell’intero sistema delle autonomie locali, delle rappresentanze istituzionali, rappresentanti del mondo produttivo, delle forze sociali e associative, si svolgerà con l’obiettivo di raccogliere giovani professionisti, ricercatori, esperti che originari della regione Abruzzo si trovano ora a svolgere il loro lavoro in altre regioni o addirittura in altri paesi. Lo scopo è quello di promuovere una connessione tra queste intelligenze uscite, quelle rimaste, tra loro tutti e la realtà territoriale per favorire un cammino di sviluppo bloccatosi da troppo tempo. Si tratta di tematiche di cui la Banca di Italia si è occupata con un lavoro di ricerca. Il dott. Valter DI GIACINTO ed il dott. Carmine PORELLO, a tal proposito, tratteranno rispettivamente i seguenti temi: - I ritardi accumulati dalla regione ABRUZZO sul fronte della crescita nel contesto europeo, evidenziando i fattori strutturali alla base dei differenziali di sviluppo nei confronti delle altre aree che partivano da livelli di reddito pro – capite simili, e che hanno recuperato terreno negli ultimi anni nei confronti della media europea. Un’enfasi sugli ultimi sviluppi legati alla crisi sarebbe molto utile. - Il deflusso continuo e consistente di forza lavoro, specialmente di quella con una maggiore dotazione di capitale umano, dal Mezzogiorno, e anche dall’Abruzzo, verso le regioni più sviluppate del paese e all’estero. L’emigrazione dei lavoratori, in particolare di quelli con qualifiche più elevate, può comportare un impoverimento di capitale umano che, a sua volta, potrebbe riflettersi nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica. Il Mezzogiorno d’Italia, Abruzzo compreso, ha subito un deflusso continuo e consistente di forza lavoro, specialmente di quella con una maggiore dotazione di capitale umano. Tra il 1990 e il 2005 sono emigrati verso il Centro Nord quasi 2 milioni di meridionali. L’aspetto più grave è stato la “fuga” delle persone con un più elevato titolo di studio. Tra il 2000 e il 2005 sono emigrati oltre 80 mila laureati, pari in media annua a 1,2 ogni 100 residenti con un analogo titolo di studio. L’idea è di mettere in rete i tanti talenti locali emigrati, confrontarsi sulle rispettive esperienze, ragionare su dove va il mondo e dove vanno Lanciano, Vasto e i loro comprensori, il primo passo di un cammino condiviso tra chi vive in Abruzzo e chi è lontano, ma che comunque si sente parte della comunità.
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