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Sul Nazionale della Costa Teatina

Il sostegno dell'Ufficio Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana

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Don Carmine Miccoli, coordinatore regionale dell'Ufficio di Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, si esprime in sostegno della realizzazione del "Parco Nazionale della Costa Teatina". L'Ufficio di cui è responsabile, a livello locale per la diocesi di Lanciano-Ortona e a livello regionale come coordinatore per la Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise su mandato degli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi della locale Conferenza Episcopale, si occupa di questioni riguardanti i problemi sociali, il lavoro, le questioni della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, la promozione di nuovi stili di vita sostenibili, in collaborazione con tutte le associazioni, i movimenti e le singole persone impegnate su queste stesse tematiche. L'intervento di Don Miccoli nasce dalla riflessione personale, dal confronto con i cittadini e le associazioni abruzzesi e dal Magistero sociale della Chiesa riguardo un tema da diversi mesi al centro del dibattito locale: l'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina. "L'Abruzzo sta vivendo da anni situazioni politiche ed economiche minacciose e terribili che hanno profondamente ferito una terra e un popolo "forte e gentile". Le preoccupazioni che già i Vescovi della CEAM (Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana) espressero nel 2008 nel loro Messaggio per la Giornata per la Salvaguardia del Creato, "Una nuova sobrietà per abitare la Terra", sono più che attuali. In quella lettera, la prima preoccupazione era rivolta alla costruzione del cosiddetto "Centro Oli" ENI ad Ortona e dei pericoli che avrebbe comportato: "È a rischio una delle zone più belle della nostra costa, dove la produzione enogastronomica è a livelli di eccellenza. Si tratta per di più di tecnologie considerate da tanti studiosi ormai obsolete e che diversi paesi hanno già abbandonato". Oggi quel rischio è ancora più grave e riguarda l'intera regione: oltre il 50% dell'intero territorio abruzzese è interessato da richieste di concessioni e progetti di trivellazione e trasformazione di idrocarburi. Diventa sempre più necessario e urgente che chiunque abbia a cuore il bene comune intervenga e faccia sentire forte il proprio grido contro questa minaccia. Purtroppo, questa realtà non è la sola a mettere a rischio l'ambiente naturale e sociale della nostra terra. Risuona ancora l'eco delle parole pronunciate da Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo di prestigio internazionale, contro la cementificazione selvaggia e la distruzione di un patrimonio naturale di bellezza inestimabile. L'uomo sta distruggendo, giorno dopo giorno, la creazione di Dio di cui è stato fatto custode: ciò è inaccettabile, ancor di più per chi si definisce credente. In questo momento ha ripreso vigore l'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina, un progetto arenatosi da tanti, troppi anni. L'istituzione del Parco è uno dei pochissimi argini verso le situazioni gravissime di devastazione ambientale come quelle appena descritte. Il Parco della Costa Teatina, al contrario di quanto viene strumentalmente affermato da diversi soggetti propugnatori di una visione distorta della realtà, lontana dall'attenzione al bene comune di cui pur si dicono difensori, non rappresenterà minimamente la morte dell'agricoltura e delle attività produttive del nostro territorio. Al contrario, esso significherà un'importantissima occasione di rilancio dell'agricoltura e del tessuto economico locale, messo a dura prova da una gravissima crisi economica che rischia di distruggere (come in parte è già avvenuto) migliaia di posti di lavoro. Siamo davanti a un bivio riguardo il futuro della nostra costa e dell'intero Abruzzo: l'avvelenamento del nostro territorio (aria, suolo, acqua); la minaccia gravissima alla nostra salute delle trivelle petrolifere; la speculazione economica e la malapolitica, che continuano a favorire la cementificazione irresponsabile, causa della distruzione di un'immenso e inestimabile patrimonio di vita, da un lato; la tutela e la valorizzazione sociale ed economica della nostra costa, della biodiversità marina e terrestre, dello sviluppo sostenibile e partecipato, dall'altro, con l'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Auspico fortemente che gli amministratori locali e regionali e tutti coloro che hanno a cuore le sorti del bene comune e del futuro della nostra terra, scelgano ciò che è moralmente doveroso e responsabile, rompendo presto ogni indugio: si completi il prima possibile l'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina, si scaccino definitivamente interessi egoistici e falsamente rappresentativi, si abbia il coraggio di scelte forti e lungimiranti per la vita piena del nostro Abruzzo migliore".
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