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Abruzzo: Tasse alte investimanti bassi

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Una piccola ricerca condotta dalla UIL confronta il prelievo fiscale locale e l'impostazione del bilancio abruzzese con quelli di altre regioni Tasse locali, l'Abruzzo si avvia ad entrare nel novero delle regioni più esose, mentre le risorse per gli investimenti rimangono tra le più esigue Quanto è successo nell'ultimo consiglio regionale della legislatura è davvero grave. Il Presidente Pace è venuto meno ad un impegno di lunga durata assunto con le organizzazioni sindacali di non aumentare le tasse regionali. Se mai, concordammo, il ricorso ad un incremento della fiscalità sarebbe stato preso in considerazione dopo aver compiuto una soddisfacente opera di recupero di spese improduttive, previa discussione con le parti sociali e con finalizzazione esclusiva ad investimenti ed interventi di provato valore sociale. L'operazione fiscale che è stata deliberata con i provvedimenti collegati al Bilancio di previsione del 2005 serve a coprire, a danno e beffa dei cittadini, un ventaglio selvaggio di spese a prevalente carattere clientelare, alcune delle quali davvero sfacciate, mentre numerosi capitoli di spesa di interesse sociale e ambientale vengono compressi e di investimenti non si parla neppure. Un'azione, per di più, priva di una qualsiasi coerenza con la retorica del taglio delle tasse. Ovviamente, di confronti con le parti sociali, nemmeno l'ombra. Abbiamo fatto una piccola ricerca mettendo a confronto le diverse realtà regionali, dalla quale l'Abruzzo risulta essere diventata una delle regioni più fiscalmente esose e con investimenti tra i più modesti. Il bollo auto: le tariffe sul territorio nazionale per le autovetture a benzina sono di euro 2.58 per kilowatt, tranne che per i residenti nelle Marche, dove a seguito di un aumento del 7.98%, si pagano 2.79 euro per kw, nel Molise, dove l'aumento è stato del 7%, per cui si pagano 2.76 euro per kw, mentre in Abruzzo, Campania, Calabria, Veneto si applica un aumento del 10%, portando la tariffa a 2.84 euro per kw. Il conteggio per un'autovettura di media cilindrata, che ha 60 kw, ci dice che sulla maggior parte del territorio nazionale si pagano 154.8 euro annui, mentre un cittadino residente in Abruzzo pagherà 170.4 euro annui. Anche in Abruzzo il bollo per i ciclomotori e motocicli è più alto del 10% rispetto al territorio nazionale. L'addizionale regionale IRE. La Regione Puglia ha tolto tale maggiorazione; il Veneto, con la rimodulazione degli scaglioni di reddito, ha di fatto diminuito tale balzello. L'Abruzzo si sbilancia ipotizzando un forte aumento del gettito, ma i dati degli ultimi due anni fanno pensare che ciò sia altamente improbabile. Nel 2003, infatti, il gettito è stato di 82.138.086 €; nel 2004, il gettito è stato di 84.751.616 €, con una crescita di 2.613.530 €. L'aspettativa di un incasso aggiuntivo di 7,9 milioni di euro, con i chiari di luna che la congiuntura economica fa registrare nella nostra regione, rischia di rivelarsi un'illusione, e di aprire la strada a una crescita ulteriore del deficit, oppure a un nuovo aumento della tassazione. Né ci risulta che sia stata condotta una lotta all'evasione particolarmente significativa, visto che i contribuenti, che nel 2003 erano 849.676, sono diventati 853.317, con una crescita modesta del dato. Un discorso analogo a questo fatto per l'addizionale IRE vale per l'IRAP, che potrebbe a sua volta riproporre nel prossimo futuro, a fronte della non corrispondenza tra gettito reale e previsioni, il solito bivio, più deficit o più tasse. A questi capitoli, bisogna aggiungere le addizionali comunali IRE. Infatti, nel 2004 i Comuni della nostra regione che hanno maggiorato questa imposta sono stati 205, il 67.2% dei comuni abruzzesi, per cui hanno pagato tale imposta 653.350 contribuenti, pari al 76.5% del totale. L'aliquota media applicata è dello 0.36%, superiore alla media nazionale (0.34%). Da tale operazione i Comuni hanno incassato 1,3 miliardi di euro, con una media pro-capite di 46.5 euro. Quanto al bilancio, i cui conti sono stati fatti quadrare a danno di cittadini e imprese e a vantaggio di clientele e di un apparato istituzionale mal gestito e sempre più costoso, la sua struttura continua a suscitare forti perplessità. I dati del precedente bilancio evidenziavano che tra le entrate, ben il 35% era rappresentato dall'avanzo di gestione del bilancio precedente, indice di una bassa capacità di spesa della Regione. Tra le uscite, colpisce negativamente il fatto che le spese per lo sviluppo economico rappresentano il 4% del totale delle uscite, contro per esempio il 6.3% delle Marche, il 5% dell'Umbria, l'8.6% della Toscana. Le spese per le infrastrutture rappresentano il 9% delle uscite, contro il 9.8% delle Marche, il 10.3% dell'Umbria, il 13% della Toscana. Confermiamo inoltre la nostra preoccupazione per il deficit sanitario: in mancanza di una politica che affronti il problema alla radice, la cornice finanziaria creata con la cartolarizzazioni dei crediti non ci eviterà scelte drammatiche, compresa l'eventualità di ulteriori inasprimenti fiscali. Le parti sociali, sindacati e forze economiche, avvertono con sempre maggiore preoccupazione l'inadeguatezza del ruolo della politica in Abruzzo in questi anni di arresto della crescita della regione, e chiedono che gli schieramenti politici facciano un salto di qualità per impostare con spirito unitario e nel rapporto con le parti sociali un'azione per la ripresa del processo di modernizzazione, nonché per sviluppare una vera e propria politica dei redditi nel territorio, poiché è lì che si incontrano le politiche di sviluppo con quelle dei sevizi e di razionalizzazione della spesa pubblica. Episodi come l'assalto finale al bilancio fanno cascare le braccia, ed evidenziano sia mancanza di volontà politica, sia l'inadeguatezza di regole che espongono la legge economica fondamentale della regione a questi scempi. Pescara, 18 febbraio 2005 Il segretario generale della UIL Abruzzo (Roberto Campo)
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